Workshop di fotografia sociale: ecco le foto

[ENJOY A SELECTION OF THE BEST PHOTOS OF SOME OF THE STUDENTS ATTENDING GIULIO DI MEO’S PHOTO WORKSHOP IN THE SAHARAWI]

Avevamo segnalato il workshop dell’amico Giulio Di Meo nel Saharawi (e conoscete tutti la sua propensione per le iniziative sociali). Si e’ tenuto lo scorso capodanno ed e’ stato, come previsto, un successo.

(ph: Gaia Squarci) SEE THE COMPLETE GALLERY

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Non aggiungo altro alle foto di alcuni degli allievi di Giulio che hanno vissuto questa fantastica esperienza e vi rimando ad una piccola Galleria fotografica. Anche questa iniziativa, svolta egregiamente da Giulio Di Meo, viene considerata da noi di S4C nell’ambito del piu’ ampio progetto SHOOT FOR PEACE, dove segnaliamo (e segnaleremo tutte le migliori foto ed iniziative che testimoniano come la fotografia, abbinata alla potenza divulgatrice di Internet e dei nuovi media, sia uno straordinario strumento di cambiamento)

E, di seguito, alcune righe di Gaia Squarci.

Antonio Amendola

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Il termine “Sahara Occidentale” evoca un’immagine indefinita, orizzonti color sabbia sotto un  azzurro uniforme, quella di un territorio per cui parlare di confini appare inopportuno, estraneo alla sua stessa natura.

Eppure, la concretezza dei confini, è un concetto profondamente inciso nell’immaginario e nella vita quotidiana dei Sahrawi, qualcosa che vibra nelle parole delle loro canzoni e nella caligine del deserto algerino che li ha presi in adozione.

E’ il 1974 quando la Spagna si ritira decolonizzando i loro territori, due anni dopo nasce la Rasd (Repubblica Araba Sahrawi Democratica), nuovo stato il cui territorio, dalle coste pescose e ricco di fosfati, è immediatamente assorbito nei confini del Marocco.

Si parlava di concretezza: il muro de la Verguenza (vergogna), alto fino a 30 metri e lungo ben 2700 chilometri ad opera del governo marocchino, si snoda longitudinalmente nel deserto separando i Sahrawi dalle loro coste e città; relegati da decenni nei campi profughi della vicina Algeria, viene loro preclusa qualsiasi possibilità di sviluppo e il diritto all’autodeterminazione.

“Siamo qui per un corso di fotografia sociale organizzato dall’Arci e tenuto dal fotografo Giulio Di Meo con l’intento di documentare fotograficamente la causa del popolo Sahrawi”. Al nostro arrivo, il 28 dicembre scorso, veniamo accolti dalle famiglie con indescrivibile vivacità e calore.

Tra El-Ayoun e Dakhla, i campi che portano gli stessi nomi delle città ora nella zona occupata, camminiamo piano per le strade, ci inginocchiamo nelle tende tra gli effetti di luce del sole, l’occhio guizza nel tentativo di trovare la giusta misura tra abbandono e distacco, quella che mette a fuoco un’ inquadratura se non “giusta”,  rilevante, per noi stessi e, si spera, soprattutto per loro.

Gaia Squarci

(ph: Floriana Pagano) SEE THE COMPLETE GALLERY

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  1. squarci

    […] to Riddim town, gli squarci poetici di una Feeks Ievac che proprio in chiave europea cita i …Workshop di fotografia sociale: ecco le foto | Shoot 4 Change(ph: Gaia Squarci) SEE THE COMPLETE GALLERY. Non aggiungo altro alle foto di alcuni degli … di […]


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