Second Reception
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With Europe finally (but slowly) reacting to the huge refugee wave of the last days, weeks and months, the first reception of immigrants is being taken care by States, NGOs and private citizens with an incredible amount of humanity and contradictions alike.
And this is also due to the power of a single Photograph. That of the young Aylin, the syrian kid drown on the shores of Bodrum.
Now, more than ever it is clear that Photojournalism is at the very core of journalism. A picture can "change the World", turning private opinions into public opinion, adding a conscience to dramatic storytelling.
And now, more than ever it is of paramount importance to keep telling stories like this brought to us by Bari's photographer Marco Sacco on the second reception of immigrants and how they live in a real limbo in a former high-school, a former Factory and an abandoned hotel in Bari. It's one of those stories that risk to be ignored or forgotten.
S4C
(see the gallery below)
Bloccati in un Limbo
(testo e foto di Marco Sacco)
I flussi migratori, intensificatisi soprattutto negli ultimi anni, sono il sintomo più evidente dell'instabilità politica di numerosi Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum e dell'Africa sub sahariana.
La posizione strategica dell'Italia all'interno del bacino mediterraneo favorisce l'approdo di molti migranti che scelgono proprio le vie del mare per raggiungere il Bel Paese, che quasi mai però rappresenta la loro meta definitiva, ma vuole essere semplicemente un corridoio verso altri Paesi dell'Unione Europea, nella speranza di un'esistenza migliore.
A Bari, l'ex liceo classico Socrate, l’ex plesso industriale S.E.T. e il Ferrhotel, albergo abbandonato di proprietà di Trenitalia, rappresentano centri di seconda accoglienza per migranti provenienti da tutta l’Africa. E questi sono l'esempio principe di come questo nostro sistema faccia acqua. Abitati in momenti differenti (dal 2009 l'ex liceo classico Socrate ed il Ferrhotel, dal 2014 l’ex S.E.T.) e nonostante l'autorizzazione da parte degli enti locali all'occupazione delle strutture, gli stessi non si sono poi impegnati per la messa in opera di progetti in grado di fornire accoglienza integrata, diritto dei rifugiati.
Attualmente gli occupanti avrebbero bisogno di assistenza sanitaria e sostegno sociale, di attività multiculturali, di un adeguato inserimento scolastico di minori, di mediazione linguistica e culturale, di apprendimento della lingua e talvolta anche di alfabetizzazione, di orientamento e informazione legale, di sistemazioni abitative, di collocazione lavorativa, di servizi di formazione e di tanto altro ancora.
Infatti, molti extracomunitari non si sono integrati né culturalmente né linguisticamente, e ciò è sinonimo del fatto che da quando vivono qui - alcuni addirittura anche da cinque anni - non hanno mai lavorato ma hanno trascorso intere giornate in struttura, bivaccando e annoiandosi. Le condizioni igienico-sanitarie poi sono manifestamente carenti: odori malsani, sporcizia, proliferazione di insetti infestano gli ambienti da loro abitati.
Le foto, a sostegno della denuncia dello stato nel quale versano edifici ed occupanti, fanno parte di un progetto in fase di crescita che ha come fine ultimo la documentazione della condizione e del dramma di queste individui che, partiti dal Sud del Mondo con la speranza di una vita migliore verso il più prospero Nord, si trovano invece bloccati in una nazione che difficilmente potrà garantire loro un'alternativa migliore.
Proprio la mancanza di occupazione, e quindi l'assenza di reddito, bloccano questi immigrati in un limbo italiano, ed europeo, fatto di leggi a volte insensate e poco rispettose, in una labirintica e problematica burocrazia, senza avere neanche la possibilità di fare rientro in patria o raggiungere i loro cari in altre nazioni d'Europa. Ne sono un esempio l'Accordo di Shenghen ed il Regolamento Dublino II. Il reportage rincorre quindi la speranza che queste foto possano risvegliare l'opinione pubblica su un tema così attuale e rilevante, e che possano soprattutto dar seguito ad una serie di interventi concreti in loro aiuto.
Marco Sacco/S4C Bari
(see the gallery below)
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