[Gaia Squarci still on the road in Maranhao State (NorthEast Brasil) with Giulio Di Meo, to discover the Land of the MST, the Movement of the Landless People. Take a look at her great photos on the road…and learn more about the MST in the videodocumentary below]
Gaia Squarci (lo ricordo, si trova nello Stato brasiliano del Maranhao per il workshop del fotografo, anche lui S4C, Giulio Di Meo, nel territorio del Movimento dei Sem Terra) è riuscita a trovare un’altra connessione di fortuna e ad inviarci altre belle foto.
Ci continua a raccontare storie di terre strappate dai contadini ai super ricchi; di fornelli costruiti con fango e mattoni; di lunghe attese all’ombra e della tv come unico mezzo per scoprire una realtà diversa dalla loro.
E ci parla di lunghe, interminabili attese…
Perchè da quelle parti, la forza dell’attesa è resistenza.
Antonio Amendola
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[Tutte le foto e i testi sono di Gaia Squarci / All photos and text are copyrighted Gaia Squarci for S4C]
(In America Latina il culto della tv è un fenomeno diffuso ad un livello straniante. Negli accampamenti, costituiti da baracche di legno ed amache improvvisate, una delle prime preoccupazioni è procurarsi il contatto dell'elettricità, spesso collegato dalla sede del fazendero, per luce e tv. A domanda risposta: "è un modo per vedere e conoscere il mondo al di fuori della propria realtà quotidiana") (All'ingresso del territorio occupato le guardie controllano che non entrino sconosciuti. Le ore sono lunghe; spesso si gioca a carte o si chiacchiera all'ombra)
(All'ingresso del territorio occupato, le guardie controllano che non entrino sconosciuti. Le ore sono lunghe: spesso si gioca a carte o si chiacchiera all'ombra)
(A partire dai primissimi giorni dall'insediamento dei campi si costruiscono, con fango e mattoni, i fornelli all'aperto: le famiglie sono già in grado di cucinare riso e fagioli, base della loro alimentazione grazie alla distribuzione della "cesta basica" (base delle risorse alimentari) da parte del MST)
(L'accampamento Salete Moreno è in piedi da 5 giorni e si situa sulla riva di un fiume. Le 100 famiglie che ora vivono qui sono state cacciate in precedenza 8 volte, denunciate dal fazendero, insediandosi in un campo provvisorio lungo la strada in segno di protesta, in modo che chi passa veda lo stato della loro vita quotidiana. Ora, nei primi giorni, le condizioni sono molto dure, tanto più che attrezzi, materiale da costruzione e vestiti devono attraversare il fiume su piccole barche di legno. Qui Gabriela fa il bango al suo fratellino)
(Di sera a Salete Moreno)
(30 delle 130 famiglie non si sono ancora spostate sul fiume, perchè in caso di sgombero è meglio avere un posto abitato con aiuti e visi conosciuti, in cui tornare. Vivono qui da un anno e mezzo. L'accampamento si estende solo per una quindicina di metri all'interno rispetto alla strada, anche perchè la terra non è coltivabile)
(Ragazzi dell'accampamento su strada. Le giornate si svolgono nell'immobilismo dato che nulla possono costruire in più delle baracche di legno dove già abitano da tempo e non possono coltiare una terra non loro. La forza dell'attesa è resistenza)
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