Rom
Tutte le volte che si parla dei nomadi o rom che dir si voglia, scatta nella mente di tutti noi un luogo comune: Zingari! Termine che è spesso uguagliato a criminalità, violenza, sporcizia e quant’altro.
“A causa della connotazione negativa che la parola zingari ha assunto, alcuni ritengono politicamente scorretto definirli con questo termine e perciò vengono da alcuni superficialmente o erroneamente anche definiti genericamente nomadi (anche se la maggior parte non lo è più), rom, oppure in modo totalmente erroneo anche rumeni o slavi a causa della cittadinanza di molti di loro. In realtà non c’è alcuna connessione – neppure etimologica – tra il nome “rom” e il nome dello stato di Romania, il popolo di lingua neolatina dei rumeni o la lingua rumena, né teoricamente con le popolazioni slave, in quanto i rom e i sinti sarebbero etnicamente di origine indiana.”
Chiarito un po’ di più, spero, la storia di quest’etnie, vorrei raccontarvi la mia esperienza con un piccola rappresentanza di questi popoli che tanto fanno discutere! Sono entrato in contatto con uno dei tanti campi/villaggi rom che si trovano nella periferia di Roma, dapprima guardato a vista e con circospezione, poi con il passare del tempo e con la complicità dei bimbi che mi circondavano per giocare, ho preso sempre più confidenza anche con gli adulti, notoriamente più sospettosi e sulla difensiva.
Atteggiamento quest’ultimo nato proprio dalla diffidenza che noi stessi mostriamo nei confronti di tutti coloro che sono diversi per usi e costumi dai nostri, certo anche la cronaca di tutti i giorni non favorisce la posizione di questa gente, ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio.
Ho trovato ospitalità e gioia di condividere il loro quotidiano, umanità ed un pizzico di ingenuità in questi bambini che purtroppo crescono in ambienti non sempre consoni alla loro età. Ma queste creature giocano e sorridono comunque ed hanno le stesse esigenze e peculiarità che tutti i bambini necessitano dal momento in cui vengono al mondo.
Io stesso ho dovuto fare i conti con i pregiudizi che questa nostra società ci propina riguardo le comunità rom, ma non nascondo d’esser rimasto piacevolmente meravigliato ed a tratti smentito sui preconcetti che spesso accostano questa gente alle più spiacevoli situazioni di criminalità delle nostre strade.
Una delle tante citazioni che sento spesso fare riferendosi ai rom è :”Spaco botilia, amazo familia…”, anche in questo caso rinnovo una vibrante ed accorata difesa personale nei confronti di tanti onesti lavoratori e padri di famiglia che hanno la sola colpa di avere le stesse origini di quelli che chiameremmo le pecore nere, che esistono peraltro in tutte le “famiglie”.
di Fabio Naso
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