Quando le immagini fanno davvero male
S4C è nata sull’idea che le immagini possiedono una tale forza intrinseca tale da poter cambiare il mondo.
[read the New York Times article]
A volte non lo cambiano (anzi, spesso, per non dire il più delle volte); ma lo fanno incazzare.
Oggi è stato diffuso da Wikileaks un video che sta facendo ormai il giro di Internet. Si tratta di un video in cui dei piloti di un elicottero Apache in Iraq hanno scambiato il teleobiettivo della macchina fotografica per un lanciarazzi.
E, secondo le regole di ingaggio, hanno aperto il fuoco: sono morti così Namir Noor Eldeen, reporter dell’agenzia Reuters a Bagdad, il suo autista, Said Chmagh, ed altre 10 persone. E sono rimasti feriti anche dei bambini che si trovavano su un furgoncino che si era avvicinato per prestare soccorso alle vittime.
Ora, la guerra è sempre orribile. Ma c’è qualcosa di peggio, qualcosa che penetra nelle nostre coscienze intorpidite: ed è il vedere in faccia l’errore, vedendo uccidere a sangue freddo un fotografo che si trovava lì per testimonarie in maniera neutrale.
Certo, le regole di ingaggio sono state rispettate; i piloti hanno scambiato un teleobiettivo per un lanciarazzi ed hanno voluto proteggere i loro compagni a terra (ma non ce n’erano). Ma offende la ragione umana seguire quelle sequenze come un film…sentendo degli esseri umani sghignazzare vedendo strisciare un ferito.
Oggi, prescindendo come al solito da giudizi sul merito di scelte politiche, ricordiamo “semplicemente” coloro che sono morti quel giorno, e in particolare il fotografo freelance, iracheno, Namir Noor-Eldeen.
Ho scritto tante volte, qui, che le nostre macchine fotografiche sono delle armi.
Vorrei non averlo mai fatto… Dopo questo video, dopo aver visto l’uccisione a freddo di esseri umani che avevano la sola colpa di avere al collo un teleobiettivo… Dopo aver visto la potenza delle immagini di quel fotografo…
Anzi, no. Proprio dopo aver visto quel video. Proprio dopo aver visto le sue foto ed averlo visto a terra. Proprio dopo tutto questo sono ancora più deciso a considerare le nostre macchine fotografiche delle armi. Pacifiche. Non cruente. Ma per questo ancora più potenti.
Questo è un tributo a Namir Noor-Eldeen e a tutti i fotografi che ogni giorno sfidano ben altre armi per ricordarci che il mondo non è il grande reality show che vediamo in televisione ogni giorno.
Antonio
Ps e questo è il video del massacro… Ci abbiamo pensato parecchio ed abbiamo deciso di postarlo. So che molti lo riterranno violento, crudele e difficile da guardare. Verissimo.
Ma faremmo un torto a noi stessi e quanti sono morti se non lo mostrassimo.
[vsw id=”5rXPrfnU3G0″ source=”youtube” width=”425″ height=”344″ autoplay=”no”]
Cavolo, Namir aveva 22 anni….
incredibile, ieri mattina, appena visto qs filmato sono rimasto senza parole…oltre all’inutile azione da guerra, la cosa che più mi ha fatto rabbrividire è stato sentire il soldato quasi “giocare” al luna park…assurdo, davvero assurdo!!!!!
Antonio, concordo con te sulla decisione di pubblicare su queste pagine il video. Credo che la realtà non debba essere omessa e così è inutile fingere di che alcune situazioni non esistano.
Non temere, le tue metafore non potrebbero mai essere associate a qualche pensiero non-pacifico. S4C nasce e proseguirà nel suo intento di promuovere quanto di buono e meritevole esiste su questa terra! Ci dobbiamo credere, le cose possono cambiare!
Anch’io come Carlo sono rimasto sbalordito e a bocca aperta davanti a Collateral Murder. Triste. Assurdo, pazzesco ascoltare quelle voci (non volevo credere di avere sentito usare in momenti così drammatici la parola/espressione “nice”). Quegli uomini rincorsi da un mirino a me parevano bestie impaurite che cercano di fuggire. Ma erano uomini tanto quanto lo erano quegli “invasati” sugli Apache.
Eppure sento che loro, i militari, non c’entrano nulla. Io li giustifico. Perchè è scontato affermare che noi (e intendo dire esattamente io e te!) non avremmo mai aperto il fuoco. E invece si cazzo, l’avremmo fatto, l’abbiamo fatto! Perchè se siamo in fondo tutti uguali..noi e loro si crede in S4C e nella PACE e loro/noi sparano senza pietà.
Infine, non posso che unirmi al dolore per quelle vite spezzate e gridare forte
P A C E
sperando che qualcuno ascolti.
cosa si fa per la pace………..
Lo avevo messo nel mio spazio “privato” su facebook condivido appieno la scelta di pubblicarlo. Ora lo riposto su FB. Repetita iuvant.
si, si è bene farle conoscere certe tragedie, riempiono l’animo di orrore, basta guerre pace pace pace
quando vedo queste cose preferirei essere un animale
Come darti torto Alfredo….