Predatori a caccia di emozioni
E ricominciamo subito a raccontare storie (piccole, a volte minuscole, altre grandi) di sognatori e folli che – piano piano – cambiano questo nostro sgangherato mondo.
Questa storia (raccontata con le parole di Federica Vicino e le foto di Giulia Leporatti ed Angela Vicino/S4C) inizia in una periferia di una anonima città di provincia del sud dell’Italia, in una scuola di frontiera, in un quartiere difficile. E’ una storia fatta da persone che non hanno voce, ma hanno molto da dire; che raccontano la realtà raccontando se stesse; che guardano alla quotidianità con gli occhi di chi sta, da sempre, al di là della barricata; che calpestano un palcoscenico sconnesso, sul quale il principe Amleto e il minatore Antonio hanno la stessa indiscussa umana dignità di personaggio.
E’ la storia del Teatro Sociale di Pescara. Una compagnia che ha fatto dell’impegno sociale e civile una cifra stilistica precisa. Nata dal nulla, tenuta insieme dall’impegno caparbio e coraggioso di tutti i suoi componenti (che, per la maggior parte, hanno un’età che oscilla fra i 18 e i 30 anni!), dal 2006 a oggi, il TSP ha prodotto spettacoli, performances, mise en espace, recital, video, sui temi del lavoro e delle morti bianche sui luoghi di lavoro; sulla diversabilità e le barriere architettoniche; sulla povertà e sull’emarginazione; sulla malattia mentale e sul disagio sociale. Ma si è anche impegnato nel settore del teatro civile, con spettacoli di denuncia, sul nucleare, sulla disoccupazione e sul precariato, sul terremoto de L’Aquila (6 aprile 2009).
L’estate del 2011, poi, è stata segnata da una produzione importante, dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia: uno spettacolo di prosa, sul tema del brigantaggio post-unitario. Questo allestimento è intitolato “23 gennaio 1861”: giorno in cui le milizie sabaude del neonato Regno d’Italia compirono in Abruzzo, precisamente a Scurcola Marsicana, nell’entroterra aquilano, un vero e proprio eccidio. Una pagina nera del nostro Risorgimento, dalla quale emergono i motivi di tante delle problematiche che tutt’oggi affliggono il sud del nostro paese. E, soprattutto, una vicenda autentica di cui nei libri di storia non c’è traccia.
Fra le produzioni più fortunate del TSP, una menzione particolare merita lo spettacolo: “L’uomo carbone”, dedicato alla tragedia dei minatori abruzzesi che, nel 1956, persero la vita nella miniera di Marcinelle, in Belgio. Una vicenda che nasconde ancora verità controverse e mai fatte emergere, e che vede sullo sfondo il segno della scellerata politica dell’emigrazione, promossa dal governo italiano nel dopoguerra. Dopo aver ricevuto diversi premi e riconoscimenti, “L’uomo carbone” verrà presentato in Belgio, a Charleroi, nel prossimo mese di ottobre.
E così si aprono le porte del futuro, per questa realtà artistica e teatrale così particolare, che si ispira alle parole di Julian Beck (fondatore della leggendaria compagnia del Living Theatre di New York): “chiunque abbia qualcosa da dire, ha il diritto di essere ascoltato”. I futuri progetti del TSP prevedono uno studio a tutto campo sulle periferie, contesti urbani degradati sui quali da dire c’è ancora parecchio! E ancora interventi con foto-istallazioni sulle tematiche dell’ecologia e della salvaguardia del territorio, in vista della nuova, grande produzione sul tema dell’emigrazione-immigrazione.
Ma come lavora la “struttura – Teatro Sociale di Pescara”?
Al suo interno, il TSP accoglie, indirizza, stimola in senso creativo e formativo, giovani che non avrebbero altre opportunità di dare alcun seguito alle loro potenzialità artistiche ed espressive. Cerca spazi e spunti, solleva questioni e avvia riflessioni, favorisce scambi, incontri e contatti.
Il palcoscenico è solo l’ultimo step, di una lunga serie di passaggi: lo spettacolo finale è la sintesi di un lavoro di elaborazione e interiorizzazione, che gli attori del Teatro Sociale di Pescara attivano applicando prevalentemente il procedimento della contact improvisation e del contact emozionale. Perché è di questo che stiamo parlando: emozioni. L’essere umano è un predatore, a caccia di emozioni. Siano esse gradevoli o sgradevoli, positive o negative, le emozioni sono il cibo della nostra anima, sono la prodigiosa pozione che tiene in costante, perfetto equilibrio la realtà e la fantasia.
Teatro Sociale di Pescara – Compagnia teatrale diretta da: Federica Vicino
Vice direttore: Michele Di Mauro
Attori: Lina Bartolozzi, Rita De Bonis, Nicky De Chiara, Michele Di Mauro, Massimo Leone, Pierfrancesco Leone, Rossella Remigio, Monica Verì
Altri attori e performers: Stefano Cesinaro, Giulia Cipollone, Francesco Di Biase, Marika Liberatore, Lorenzo Mazzocchetti, Giorgia Starinieri.
Bel articolo, pieno di speranza!
Congratulazioni