Per le strade di Roma con i bambini Saharawi Per le strade di Roma con i bambini Saharawi

 

(di Alessia Rapone, foto: Francesco Sciré, Margherita Mirabella, Adamo Banelli/S4C)

Si chiamano Ghana, Mohamed Lamin, Yacin, Hasina, Aisha, Hamdi, Majdi, Zahra. Hanno otto anni quasi tutti, vengono dal deserto e si stupiscono di ogni nuovo colore che incontrano i loro occhi. Coi suoni ci vanno cauti: quelli delle auto danno fastidio, quelli delle persone sono strani ma si imparano subito: “Agua por favor, “Vieni, dai”. “Aspetta, giochiamo?” Anche noi abbiamo imparato alcune parole in arabo, lo facciamo ogni anno ma i bambini ci superano sempre e noi torniamo ad accomodarci nella nostra lingua.

I bambini che vengono dal deserto sono i bambini Saharawi che partecipano al progetto di accoglienza promosso ogni anno dall’ANSPS, l’Associazione Nazionale di Solidarietà con il Popolo Saharawi.
Noi siamo il gruppo di volontariato Sahara Libre, che da 9 anni accoglie a Roma, nei mesi estivi, circa 10 bambini Saharawi provenienti dai campi profughi di Tindouf, a sud dell’Algeria. Oltre ai laboratori di formazione e gioco, dopo la scoperta del mare e prima delle vacanze in campagna, li abbiamo portati in giro nella nostra città.

(cliccare per la galleria fotografica)

Un giorno qualunque, un pomeriggio di metà luglio.
Appuntamento al Colosseo, Fori a seguire, Campidoglio con scalinata compresa, Teatro Marcello e stradine interne, tutti in pizzeria. L’itinerario su carta fila, su strada diventa più lungo e più ricco di facce, di storie, di soste.

Il Colosseo è grande per Yacin, il più piccolo del gruppo, Mohamed Lamin ha paura dei cani, Majdi sembra già stanco. Le fontanelle di Roma, i famosi “nasoni”, danno sollievo anche ai grandi: ad Anna e Andrea, gli educatori del gruppo di quest’anno, a Valentina, Chiara, Sarah, Matteo, Fabio, Alessia, Chiara 2, gli accompagnatori in turno, e anche ai fotografi di questo reportage, Francesco Sciré, Margherita Mirabella, Adamo Banelli.

(cliccare per la galleria fotografica)

Shoot4Change e Sahara Libre non si conoscevano prima, si sono incontrati al centro di Roma e hanno fatto un pezzo di strada insieme, sui sanpietrini (sì, lo scriviamo così, per rendere omaggio all’origine della parola) tenendo per mano un bambino e la macchina fotografica.

(cliccare per la galleria fotografica)

La storia di Roma è una storia a strati, la città alle otto di sera è ancora calda di traffico e desiderio di vacanza. All’accompagnatore Mulay diamo tutte le informazioni che non riusciamo a dare ai bambini ambasciatori di pace e con orgoglio guardiamo chi ci guarda per strada sperando ci chieda qualcosa, notizie di un’altra storia.

Da anni i bambini sahrawi sono testimoni della condizione del proprio popolo che vive in una situazione di forzata divisione: una parte nei territori del Sahara Occidentale occupati dal Marocco dal 1975, un’altra nei territori liberati dalla RASD (Repubblica Araba Democratica Saharawi), mentre il resto della popolazione vive nei campi profughi del deserto algerino nei pressi di Tindouf.
Nati in esilio, chiedono di poter tornare nella loro patria, di scoprire il loro mare e conoscere i loro nonni.

Chiedono per questo che sia messa fine all’occupazione marocchina e sia data la possibilità di esercitare il diritto all’autodeterminazione, come stabilito dalle Nazioni Unite.

Chiedono che la loro patria venga riconosciuta a livello internazionale. Chiedono tutto questo restando in silenzio mentre divorano la pizza e poi saltando sull’autobus che li riporta a casa, in questo mese il Borgo Ragazzi don Bosco a via Prenestina, presso cui i bambini e l’accompagnatore Mulay alloggiano e dove il gruppo Sahara Libre ha la sede operativa.

(cliccare per la galleria fotografica)

Qualcuno di noi si ferma a chiacchierare ancora di fotografia e viaggi, qualcuno vorrebbe semplicemente stare in braccio, chi scrive questo racconto ringrazia tutti quelli che hanno partecipato e ricorda che il 18 luglio, finalmente, la cooperante italiana Rossella Urru è stata liberata.

(cliccare per le immagini di Margherita Mirabella della gita allo zoo)

Visto che c’abbiamo preso gusto, con Margherita ci diamo anche appuntamento per la visita al Bioparco di Roma.

Alessia Rapone

Per le strade di Roma con i bambini Saharawi
Alessia Rapone
Si chiamano Ghana, Mohamed Lamin, Yacin, Hasina, Aisha, Hamdi, Majdi, Zahra. Hanno otto anni quasi tutti, vengono dal deserto e si stupiscono di ogni nuovo colore che incontrano i loro occhi. Coi suoni ci vanno cauti: quelli delle auto danno fastidio, quelli delle persone sono strani ma si imparano subito: “Agua por favor, “Vieni, dai”. “Aspetta, giochiamo?” Anche noi abbiamo imparato alcune parole in arabo, lo facciamo ogni anno ma i bambini ci superano sempre e noi torniamo ad accomodarci nella nostra lingua.

I bambini che vengono dal deserto sono i bambini Saharawi che partecipano al progetto di accoglienza promosso ogni anno dall’ANSPS, l’Associazione Nazionale di Solidarietà con il Popolo Saharawi.
Noi siamo il gruppo di volontariato Sahara Libre, che da 9 anni accoglie a Roma, nei mesi estivi, circa 10 bambini Saharawi provenienti dai campi profughi di Tindouf, a sud dell’Algeria. Oltre ai laboratori di formazione e gioco, dopo la scoperta del mare e prima delle vacanze in campagna, li abbiamo portati in giro nella nostra città. Un giorno qualunque, un pomeriggio di metà luglio.
Appuntamento al Colosseo, Fori a seguire, Campidoglio con scalinata compresa, Teatro Marcello e stradine interne, tutti in pizzeria. L’itinerario su carta fila, su strada diventa più lungo e più ricco di facce, di storie, di soste.

Il Colosseo è grande per Yacin, il più piccolo del gruppo, Mohamed Lamin ha paura dei cani, Majdi sembra già stanco. Le fontanelle di Roma, i famosi “nasoni”, danno sollievo anche ai grandi: ad Anna e Andrea, gli educatori del gruppo di quest’anno, a Valentina, Chiara, Sarah, Matteo, Fabio, Alessia, Chiara 2, gli accompagnatori in turno, e anche ai fotografi di questo reportage, Francesco Sciré, Margherita Mirabella, Adamo Banelli.

Shoot4Change e Sahara Libre non si conoscevano prima, si sono incontrati al centro di Roma e hanno fatto un pezzo di strada insieme, sui sanpietrini (sì, lo scriviamo così, per rendere omaggio all’origine della parola) tenendo per mano un bambino e la macchina fotografica.
La storia di Roma è una storia a strati, la città alle otto di sera è ancora calda di traffico e desiderio di vacanza. All’accompagnatore Mulay diamo tutte le informazioni che non riusciamo a dare ai bambini ambasciatori di pace e con orgoglio guardiamo chi ci guarda per strada sperando ci chieda qualcosa, notizie di un’altra storia.
Da anni i bambini sahrawi sono testimoni della condizione del proprio popolo che vive in una situazione di forzata divisione: una parte nei territori del Sahara Occidentale occupati dal Marocco dal 1975, un’altra nei territori liberati dalla RASD (Repubblica Araba Democratica Saharawi), mentre il resto della popolazione vive nei campi profughi del deserto algerino nei pressi di Tindouf.
Nati in esilio, chiedono di poter tornare nella loro patria, di scoprire il loro mare e conoscere i loro nonni. Chiedono per questo che sia messa fine all’occupazione marocchina e sia data la possibilità di esercitare il diritto all’autodeterminazione, come stabilito dalle Nazioni Unite.
Chiedono che la loro patria venga riconosciuta a livello internazionale. Chiedono tutto questo restando in silenzio mentre divorano la pizza e poi saltando sull’autobus che li riporta a casa, in questo mese il Borgo Ragazzi don Bosco a via Prenestina, presso cui i bambini e l’accompagnatore Mulay alloggiano e dove il gruppo Sahara Libre ha la sede operativa.
Qualcuno di noi si ferma a chiacchierare ancora di fotografia e viaggi, qualcuno vorrebbe semplicemente stare in braccio, chi scrive questo racconto ringrazia tutti quelli che hanno partecipato e ricorda che il 18 luglio, finalmente, la cooperante italiana Rossella Urru (link articolo Corriere Sera con video) è stata liberata.

Visto che c’abbiamo preso gusto, con Margherita ci diamo anche appuntamento per la visita al Bioparco di Roma (link foto)




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