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Mettiamoci una Pezza

6 aprile, anniversario del terremoto all’ Aquila.

Le calamità naturali sprigionano l’energia della natura ma anche il meglio delle persone. Che (re)agiscono su zone di faglia anche sociali e umane.

In questo ennesimo anniversario di quello sciagurato 6 aprile è stato bello vedere un filo colorato unire L’Aquila all’Emilia.

Quella che segue è una mail ricevuta dalla nostra Carolina Paltrinieri di Finale Emilia che ha raccontato la manifestazione “Mettiamoci una Pezza” a Finale e un video di Andrea Cardoni che ha raccontato un evento simile a Mirandola.

Perchè una zona rossa, ovunque si trovi, è una questione nazionale.

Antonio Amendola

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FINALE EMILIA (Carolina Paltrinieri/S4C)

 

Io scrivo da Finale Emilia, sabato in questo paesino colpito dal sisma del  20 maggio 2012 ha avuto luogo un’ iniziativa che viene dall’ Abruzzo, dall’ Aquila, che vuole tornare a volare.

(cliccare per la galleria fotografica)

Cinque donne aquilane sono venute a ricoprire le nostre macerie e i nostri cuori con pezze colorate che arrivano da tutta Italia e da tutti i bambini e ragazzi delle scuole di Finale. Pezze che si creano in una casa, tra quattro muri, seduti ad un tavolo o davanti a un caminetto acceso, tutta Italia mentre le ha create pensava a noi Finalesi.

Io sono Finalese, in un secondo quando sono scappata fuori dalla porta di casa, non si dovrebbe avere paura della propria casa, la mia vita è cambiata.

Vi racconto tutto questo come se stessi scrivendo su un diario segreto, perchè era una situazione talmente intima e toccante che non potrebbe essere altrimenti. Mi guardo intorno mentre passeggio per il mio bel paese e quel grigiore che ci ha avvolto per un anno sembra essere sparito… tutto è colorato e abbellito da frasi di solidarietà e amore.

(cliccare per la galleria fotografica)

Tutti, bambini e anziani, si fermano, guardano, osservano, sorridono e fotografano.

Fotografano, mi piace pensare che lo facciano per portare a casa del colore e mostrare il loro paese colorato e in rinascita durante il pranzo della domenica o a parenti e amici lontani in visita.

 

Grazie Aquila per averci insegnato a volare, ora dobbiamo solo fare pratica.

Carolina

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MIRANDOLA (Andrea Cardoni/S4C)

Donatella è una delle cinque aquilane che subito dopo il terremoto del 2009 hanno fondato Animammersa e che hanno pensato di fare una cosa bella: rivestire le zone colpite dal terremoto in Emilia (a Finale Emilia, Mirandola) con pezze provenienti da qualunque angolo del mondo che voglia spedirle, e cucite dalle comunità locali. Lo hanno fatto lo scorso anno, il sei aprile, coprendo la loro città con cinquemila pezze.

E lo hanno rifatto quest’anno, sempre il sei aprile, in coincidenza con il quarto anniversario del terremoto a L’Aquila. Perché, come dicono, “una zona rossa, ovunque si trovi, è una questione Nazionale”.

Mettiamoci una pezza, Mirandola 6 aprile from andre@c on Vimeo.

Tutto questo è Mettiamoci una pezza, un progetto che unisce una forma di arte di strada, che è l’urban knitting ovvero il lavoro di maglia urbano (o yarn bombing, trad. “il bombardamento di filati”), e il crowdknitting. In pratica: un’iniziativa sociale, veicolata dalla rete, che permette di condividere un lavoro a maglia collettivo coinvolgendo più comunità.
Ad Animmamersa dicono: “il nostro sogno è quello di riunire in un unico gesto persone diverse e distanti, ma unite da quell’entusiasmo che solo l’atto creativo riesce a dare”.

«Quando succede un terremoto la disgregazione sociale è totale e con l’arte possiamo partecipare alla costruzione collettiva del bello», dice Donatella.
Le pezze che insieme coprono le cose brutte. Quelle che insieme fanno una coperta e proteggono. Le pezze quelle che sono fatte della stessa materia del filo che le lega e intreccia le comunità. Il filo che sutura le ferite. Il filo che unisce le storie dell’Aquila con quelle dell’Emilia. Il filo di sorriso sulla faccia di Donatella.

Andrea Cardoni




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