L’Uomo Carbone. Per non dimenticare MarcinelleL’Uomo Carbone. Per non dimenticare Marcinelle

Nell’agosto del 1956 nella miniera di Bois du Cazier a Marcinelle, in Belgio, si verificò un tremendo incidente sul lavoro in cui trovarono la morte 262 minatori di tantissime nazionalità. Fra questi c’erano 139 italiani, di cui 60 abruzzesi.

Oggi la miniera è un museo, un luogo della memoria nel quale certamente è possibile ricordare e commemorare l’evento tragico dell’incidente, ma anche riconoscere e ritrovare le storie delle migliaia di italiani e di migranti in genere che partivano in cerca di una possibilità. Come tutti i luoghi della memoria anche il Museo di Bois du Cazier svolge egregiamente il proprio compito: quello di farci comprendere il presente e di renderci consapevoli che la nostra società e il nostro progresso derivano anche dal sacrificio e dalle fatiche di generazioni di migranti che allora, come i migranti di oggi, abbandonavano ogni cosa per cercare un altrove migliore ed un futuro per sé e per i propri figli.

Ed è proprio in nome della memoria, perché nessuno mai dimentichi che gli italiani sono stati un popolo di migranti che hanno sofferto, faticato, sperato, che Il Teatro Sociale di Pescara ha proposto un allestimento drammaturgico intitolato “L’uomo carbone”.

Dai palcoscenici abruzzesi, a quelli italiani, dopo 2 anni di repliche, dopo premi e riconoscimenti, dopo aver condiviso successo ed emozioni con l’associazione “Parenti delle vittime del Bois du Cazier”, che ha sede in Abruzzo, il Teatro Sociale di Pescara ha letteralmente chiuso il cerchio, portando il proprio spettacolo nel luogo dove tutto è iniziato, in occasione del decennale della fondazione del Museo di Bois du Cazier.

E proprio là il pubblico ha espresso con una standing ovation, alla fine dello spettacolo, tutta la propria emozione e commozione di fronte alla rappresentazione di una storia che forse era stata o forse sarebbe potuta essere la storia di ciascuno.

L’iniziativa è stata promossa in Italia, dall’Amministrazione Provinciale di Pescara, Ufficio di Presidenza del Consiglio, nella persona del presidente, dott. Giorgio De Luca e dall’Associazione “Parenti delle vittime del Bois du Cazier”, il cui presidente è Nino Di Pietrantonio, mentre in Belgio è stata supportata dal Museo “Bois du Cazier” di Charleroi e dall’Associazione “Ex minatori di Marcinelle”, il cui presidente è il sig. Elio Paolini, con il patrocinio del governo Belga, guidato dal presidente Elio Di Rupo.

“L’uomo carbone” è uno spettacolo prodotto dal Teatro Sociale di Pescara, per la regia di Federica Vicino. Gli interpreti sono: Michele Di Mauro (cantastorie); Pierfrancesco Leone (Antonio); Massimo Leone (Sandro); Lina Bartolozzi (la madre); Rita De Bonis (la vedova); Rossella Remigio (la fidanzata); Davide Clivio (il caporale); Nicky De Chiara (il minatore). Altri interpreti: Lorenzo Mazzocchetti, Giorgia Starinieri, Denise De Luca, Giulia Cipollone, Pino Cifaratti.

Shoot4Change ha seguito questo evento con Giulia Leporatti ed Angela Vicino.

(A. Vicino)

 

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Nell’agosto del 1956 nella miniera di Bois du Cazier a Marcinelle, in Belgio, si verificò un tremendo incidente sul lavoro in cui trovarono la morte 262 minatori di tantissime nazionalità. Fra questi c’erano 139 italiani, di cui 60 abruzzesi.

Oggi la miniera è un museo, un luogo della memoria nel quale certamente è possibile ricordare e commemorare l’evento tragico dell’incidente, ma anche riconoscere e ritrovare le storie delle migliaia di italiani e di migranti in genere che partivano in cerca di una possibilità. Come tutti i luoghi della memoria anche il Museo di Bois du Cazier svolge egregiamente il proprio compito: quello di farci comprendere il presente e di renderci consapevoli che la nostra società e il nostro progresso derivano anche dal sacrificio e dalle fatiche di generazioni di migranti che allora, come i migranti di oggi, abbandonavano ogni cosa per cercare un altrove migliore ed un futuro per sé e per i propri figli.

Ed è proprio in nome della memoria, perché nessuno mai dimentichi che gli italiani sono stati un popolo di migranti che hanno sofferto, faticato, sperato, che Il Teatro Sociale di Pescara ha proposto un allestimento drammaturgico intitolato “L’uomo carbone”.

Dai palcoscenici abruzzesi, a quelli italiani, dopo 2 anni di repliche, dopo premi e riconoscimenti, dopo aver condiviso successo ed emozioni con l’associazione “Parenti delle vittime del Bois du Cazier”, che ha sede in Abruzzo, il Teatro Sociale di Pescara ha letteralmente chiuso il cerchio, portando il proprio spettacolo nel luogo dove tutto è iniziato, in occasione del decennale della fondazione del Museo di Bois du Cazier.

E proprio là il pubblico ha espresso con una standing ovation, alla fine dello spettacolo, tutta la propria emozione e commozione di fronte alla rappresentazione di una storia che forse era stata o forse sarebbe potuta essere la storia di ciascuno.

L’iniziativa è stata promossa in Italia, dall’Amministrazione Provinciale di Pescara, Ufficio di Presidenza del Consiglio, nella persona del presidente, dott. Giorgio De Luca e dall’Associazione “Parenti delle vittime del Bois du Cazier”, il cui presidente è Nino Di Pietrantonio, mentre in Belgio è stata supportata dal Museo “Bois du Cazier” di Charleroi e dall’Associazione “Ex minatori di Marcinelle”, il cui presidente è il sig. Elio Paolini, con il patrocinio del governo Belga, guidato dal presidente Elio Di Rupo.

“L’uomo carbone” è uno spettacolo prodotto dal Teatro Sociale di Pescara, per la regia di Federica Vicino. Gli interpreti sono: Michele Di Mauro (cantastorie); Pierfrancesco Leone (Antonio); Massimo Leone (Sandro); Lina Bartolozzi (la madre); Rita De Bonis (la vedova); Rossella Remigio (la fidanzata); Davide Clivio (il caporale); Nicky De Chiara (il minatore). Altri interpreti: Lorenzo Mazzocchetti, Giorgia Starinieri, Denise De Luca, Giulia Cipollone, Pino Cifaratti.

Shoot4Change ha seguito questo evento con Giulia Leporatti ed Angela Vicino.

(A. Vicino)

 




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