Inside Bologna: Workshop di fotografia sociale con Giulio Di Meo

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Inside Bologna

 

Workshop di fotografia sociale condotto da Giulio Di Meo.

Con la partecipazione di Ernesto Bazan e Maurizio Garofalo

“Questo workshop è rivolto a coloro che vogliono avvicinarsi ad un modo nuovo di intendere e interpretare il “reportage sociale”. Una “fotografia in cammino” perché solo vivendo la strada possiamo sperare di conoscere una realtà e quindi cercare di descriverla, raccontarla, interpretarla ma soprattutto viverla”.

Giulio Di Meo

Introduzione:

Con “Inside Bologna” lo staff di Spazio Labo’ e il fotografo Giulio Di Meo continuano il percorso di ricerca sulla fotografia sociale intrapreso da marzo 2009 con l’analisi del quartiere Pilastro di Bologna, conclusasi con la realizzazione del progetto “Pilastro Sociale” da parte dei partecipanti al workshop , una mostra itinerante e un calendario. Questa volta l’occhio di Giulio Di Meo e della sua classe si poserà sulla realtà del quartiere Porto.

Giulio Di Meo descrive così il suo workshop:

“Fotografia sociale. In un certo senso è strano rafforzare con il termine “sociale” uno strumento che in ogni caso racconta il mondo ai suoi abitanti. La fotografia è necessariamente sociale, anche se di strade per raccontare quello che succede intorno a noi ce ne sono diverse e purtroppo oggi se ne sceglie quasi sempre una banale, piena di clichè e di immagini che non ci fanno più stringere il cuore.  Sarebbe bello se la fotografia potesse risvegliare la nostra indignazione e al tempo stesso restituire dignità a coloro che vivono ai margini di questa stessa società. Non è facile, ma ci si può riuscire. E’ questa quella che io amo definire la mia fotografia, una fotografia impregnata da un’intensa umanità ed è solo questa che cerco di insegnare durante i miei workshop. Vorrei semplicemente fornire uno strumento attraverso il quale ridare sollievo ai volti delle persone che incontro: si tratta di catturare in degli istanti sentimenti di lotta, rabbia, indignazione ma anche d’amore, passione, speranza. Sono questi i temi che approfondiremo nel workshop, dove faremo un’ampia panoramica sul reportage e sulla fotografia sociale.

Questo workshop è rivolto a coloro che vogliono avvicinarsi ad un modo nuovo di intendere e interpretare il “reportage sociale” e desiderano conoscere da vicino questo genere fotografico che ha come fantastico teatro le persone, la strada, la quotidianità. Si tratta di una “fotografia in cammino” perché solo vivendo la strada possiamo sperare di conoscere una realtà e quindi cercare di descriverla, raccontarla, interpretarla ma soprattutto viverla. Il corso sarà diviso tra diversi momenti: una parte teorica, una parte pratica e una di critica e selezione dei lavori. L’obiettivo principale sarà quello di avvicinarsi ad un modo nuovo di intendere e interpretare il “reportage sociale”. Cercando sì di adoperare lo strumento fotografico per indagare e denunciare particolari realtà di interesse sociale, allontanandosi, però, dalla ricerca sistematica dei soli aspetti negativi, drammatici e denigranti. L’intento sarà quello di ricercare la “semplice quotidianità” di gesti, eventi, azioni, abituali e comuni. Insomma, momenti di vita “normale” che abitano ogni luogo; momenti che spesso danno la forza e la speranza di continuare a lottare e sperare”.

Per il programma completo del workshop contattare info@spaziolabo.it

Date del workshop:

Lunedì 19 aprile: prima lezione, con l’intervento di Ernesto Bazan – ore 20.30-23.30: (3 ore)

Sabato 24 aprile: prima uscita – ore 10-14 (4 ore)

Martedì 27 aprile: sessione di editing – ore 20.30-23.30 (3 ore)

Sabato 8 maggio: uscita – 10-14 (4 ore)

Domenica 9 maggio: uscita – ore 10-14 (4 ore)

Martedì 11 maggio: sessione di editing – ore 20.30-23.30 (3 ore)

Sabato 15 maggio: uscita – ore 10-14 (4 ore)

Domenica 16 maggio: uscita ore 10-14 (4 ore)

Martedì 18 maggio: sessione di editing, con l’intervento di Maurizio Garofalo – ore 20.30-23.30 (3 ore)

Sabato 22 maggio: uscita ore 10-14 (4 ore)

Martedì 25 maggio: sessione finale di editing – ore 20.30-23.30 (3 ore)

Durata complessiva del workshop:

Undici incontri teorici e pratici per un totale di oltre 36 ore.

Requisiti:

Il workshop non richiede conoscenze fotografiche “tecniche” specifiche o avanzate ma solo che i partecipanti abbiano già fatto, a qualsiasi livello, fotografia.

Ai partecipanti che concluderanno il percorso del workshop verrà rilasciato un attestato di partecipazione a firma del docente e della direzione didattica di Spazio Labo’.

Iscrizioni:

Per iscriversi al workshop o avere informazioni contattare Spazio Labo’: info@spaziolabo.it o 328-3383634.

Il numero di partecipanti ammessi è limitato a 12 a garanzia della qualità del workshop: si consiglia agli interessati di presentare con anticipo la domanda di iscrizione.

Iscrizioni aperte.

Sede delle lezioni:

via Frassinago 43/2c, Bologna, ed esterni.

Curriculum di Giulio Di Meo:

Nato a Capua (Ce) nel 1976, fotografo freelance di grande talento e sensibilità, particolarmente impegnato nel reportage sociale. La sua fotografia è capace di catturare l’anima delle “piccole cose”, la bellezza di un semplice gesto, la “quotidianità” spesso invisibile che ci circonda. La passione per la fotografia nasce fin da piccolo, seguendo le orme del padre, grande appassionato di fotografia che gli trasmette l’amore per il “bianco e nero” e con cui scatta e condivide le prime foto. Il “reportage sociale” è per lui uno strumento di denuncia, un megafono per dar voce a chi troppe volte viene ignorato, ma anche una “dichiarazione d’amore” verso tutti gli oppressi e gli emarginati, i così detti ultimi che in realtà sono la forza alla quale si dovrà attingere per cambiare questo mondo. “E’ questa la mia fotografia, quella che amo e che mi piace definire “sociale”; una fotografia fatta di lotta, rabbia, indignazione ma anche di amore, passione, speranza….una fotografia impregnata da un’intensa umanità”. Di Meo dal 2004 lavora in stretto rapporto con l’Arci e collabora con numerose altre associazioni impegnate nel sociale: Libera, Amici Rom, Fiori di strada (Italia); E.C.O, Il sorriso dei miei bimbi, M.S.T. “Sem Terra”, Roupasuja (Brasile); Alas de esperanza (Perù); Ass. Italia-Cuba, Si por Cuba (Cuba); Nshc, Sos Villaggio del Fanciullo (Serbia), UiKi Curdi (Turchia), Fronte Polisario (Algeria). A partire dall’anno 2003 lavora all’ambizioso progetto fotografico “Riflessi Antagonisti”: titolo che nasce dalla constatazione che la realtà sudamericana è la conseguenza, il riflesso, appunto, della politica di sfruttamento attuata prima dai colonizzatori europei e successivamente dai governi e dalle lobby economiche statunitensi. Una prima parte di questo progetto si è

tradotta nel 2005 nella mostra intitolata “Riflessi Cubani”. Dal 2004 tiene, prima a Firenze, poi a Bologna, corsi e workshop di reportage e fotografia sociale. Nel Giugno 2006, inaugura la mostra intitolata: “Tra cielo e terra”, un tentativo di dare voce e luce alla quotidianità della Favela di Santa Marta a Rio de Janero. Per il 50° anniversario dell’Arci, ha realizzato il calendario 2007 e il libro fotografico “Cinquant’anni di sguardi”, un viaggio attraverso l’Italia e le decine di circoli della storica associazione culturale italiana. Nel Maggio 2007 a Firenze, è stata presentata la mostra: “Da soli non si può…Solidarietà, cultura, diritti, cittadinanza” in collaborazione con l’Attivarci e con il movimento Sem Terra Brasiliano. Tiene da tre anni workshop di fotografia sociale in Brasile. A gennaio 2008 ha presentato a Firenze la mostra “Casa Luzzi, vive”, storia dell’occupazione dell’ex sanatorio Luzzi da parte del Movimento di Lotta per la Casa, insieme a 350 famiglie di immigrati. Nel 2008 ha avviato altri due progetti: “Sguardi Resistenti” sui partigiani e “Fiori di strada” sulla vita delle prostitute. Il prossimo anno terrà vari seminari sulla fotografia sociale in Italia e diversi workshop in vari Paesi del sud del mondo. Di Meo, ama definirsi “fotografo di strada”. È solo camminando e vivendo tra la gente, immergendosi completamente nella realtà e condividendo la vita sociale del paese, del luogo, del contesto, in cui ci si trova che si può cercare di racchiudere in un fotogramma la poesia del quotidiano. Di Meo ha ascoltato molto, e ne ha fatto immagini, non permettendo che il tempo, o quella Storia che e’ una dama rosa che premia solo i vincitori, si dimenticassero di tutti quegli attimi fatti passare in sordina. A quegli attimi ha dato una luce, con quegli attimi cerca l’indignazione di fronte all’ingiustizia.

www.giuliodimeo.it

gdm

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