Indignados a Madrid

testo: Cristina Nenna
foto:Roberto Palumbo

 Madrid, maggio 2011


E’ arrivata la primavera. E da qui si sente. Da Puerta del Sol arriva il vento di una nuova pagina di storia. Perché il popolo si è ricordato cosa vuol dire democrazia e ha messo il corpo a riempire di un nuovo senso la piazza, non più punto di passaggio ma di incontro, solidarietà e unione.

Partiamo da Roma per andare a vedere con i nostri occhi con la sensazione di non aver capito fino in fondo cosa stava succedendo. E avevamo ragione: non riuscivamo ad immaginare le giornate di Madrid. Nella piazza si è costruito un micro-mondo, una seconda città fatta di assemblee, riunioni, tavoli di discussione, gruppi di lavoro, fiori, tende, tavoli, libri, musica, un fitto calendario di attività e corsi, spiritualità, arte, giochi, cucina, cultura. Confronto, apertura e scambio.

Giorno e notte è un fitto brulicare in continuo movimento. Migliaia di persone diverse insieme, unite da un sentire comune e dalla necessità profonda di riappropriarsi del presente e del futuro verso una nuova direzione che garantisca ad ognuno il diritto ad un’esistenza dignitosa.

Diritto alla casa e al lavoro, banche cause di un’economia disumanizzante, effetti di una crisi che non si è più disposti a pagare, politici non rappresentativi, partecipazione attiva, democrazia reale, rivoluzione etica, apartiticità, educazione e non violenza sono le parole che riempiono manifesti, volantini, cartelloni, striscioni, magliette, cori e canti.

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Si sono organizzati in gruppi di lavoro e commissioni che portano le loro proposte all’assemblea cittadina (che li rappresenta davvero come gridano insieme seduti prima di iniziare) e hanno elaborato documenti su metodo, struttura e obiettivi. E una comunicazione non verbale con le mani per non distrarre e interrompere chi parla. Durante l’assemblea c’è chi porta acqua, frutta e creme per il sole, ci sono persone che traducono in lingua dei segni (LIS), chi prende i turni di parola, segretari, moderatori e portavoce delle commissioni a rotazione per non rischiare che il movimento venga identificato con la faccia di qualcuno e per assicurare la partecipazione di tutti.

Raccogliamo molti materiali e uno in particolare ci colpisce più di altri: “Ma se ci siamo riuniti a Puerta del Sol è stato, tra le altre cose, per denunciare la speculazione e combatterla con parole e con azioni, come abbiamo fatto con tutta quella piazza, liberandola dal consumismo, dalla solitudine e dalla noia e trasformandola in un crogiuolo di esperienze e progetti e in un altoforno magnetico dove si conoscono, si mischiano e si fondono gli sconosciuti che prima camminavano da soli senza meta. Bene, abbiamo bisogno di case per vivere e per amare, e più spazi per continuare a incontrarci, parlare e mettere le basi per un mondo nuovo, e sappiamo come trovare queste case e questi spazi, e che cosa farci, e come difenderli, e che il farlo è tanto legittimo come lo sono i nostri sogni e le nostre speranze, perché non si tratta di legale o illegale ma di giusto o ingiusto, necessario o superfluo e nocivo come tutto o quasi tutto quello che ci vendono o ci propongono”

E adesso Puerta del Sol si decentra nei quartieri, nuovi luoghi di aggregazione e motori di nuove proposte.
L’orizzonte comune a cui si guarda adesso non si può paragonare a niente del passato. Perché è il nuovo che avanza.

Cristina Nenna e Roberto Palumbo




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