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Il Mediterraneo è Antirazzista

(italian intro below)

Yesterday, during the Italy-Sweden game at Euro2016 Tournament, we received these two stories by Ornella Mazzola and Agata Katia Lo Coco of S4C Palermo in Sicily.

Two football stories from Palermo (from two neighborhoods with the highest grade of social problems in the city) within the "Antiracist Mediterranean Games" event.

We decided to publish them together: a color and black and white one. Two different styles sharing the same sensitivity in observing the surrounding reality.

Small, short  stories,  written and photographed on the fly by allowing yourself to get involved in the game atmosphere and inter racial integration.

Yesterday, while on TV   images of Italy-Sweden ran I imagined the whole Country intent to cheer our national Team. Instead, on the small computer screen  we saw these other sports images from dusty Ballarò. Sport was just an excuse to say that the Mediterranean Sea is not racist as somebody want us to believe. Maybe even the protagonists of these two stories last night, have supported Italy. Or maybe Sweden. It does not matter. It does not matter at all. The important thing is that now they feel safe and at home there.

S4C

combo med antirazz

Ieri, durante la partita Italia-Svezia sono arrivate queste due storie da parte di Ornella Mazzola e Agata Katia Lo Coco di S4C Palermo.

Due storie di calcio a Ballarò e a Piazza Maggione all'interno della manifestazione Mediterraneo Antirazzista che abbiamo deciso di pubblicare insieme: una a colori e una in bianco e nero. Due cifre stilistiche apparentemente diverse ma accomunate dalla medesima sensibilità nell'osservare la realtà circostante.

Sono storie piccole, brevi, scritte e fotografate di getto, lasciandosi coinvolgere dalle atmosfere del gioco e dell'integrazione inter razziale. 

Ieri, in tv scorrevano le immagini di Italia-Svezia; immaginavo tutta l'Italia intenta a tifare la nostra Nazionale. E sul piccolo schermo del computer vedevo invece queste altre immagini di sport a Palermo, che però era solo una scusa per dire che il Mediterraneo non è razzista come ci vogliono fare credere. Magari anche i protagonisti di queste due storie, ieri sera, hanno tifato Italia. O magari Svezia. Non importa. Non importa affatto. L'importante è che adesso si sentano a casa.

S4C

Un polveroso calcio al razzismo

(testo e foto di Agata Katia Lo Coco/S4C Palermo)

Italia. Palermo, Piazza Magione. Mediterraneo antirazzista 2016.

E’ un pomeriggio caldo di fine maggio, come ce ne sono in Sicilia.

Adulti e bambini, palermitani o del Gambia, da poco approdati, non importa.13 Sono qua, a giocare contro l’odio e per la libertà di essere diversi.

Incontro gli operatori sociali impegnati in una Palermo, per nulla facile. Ci sono 2 campetti di calcio, uno con recinzione e terra battuta, l’altro no.

Gli spazi di Piazza Magione sono oggetto di attenzione della campagna “Sport Popolare In Spazio Pubblico”, per un’azione di riqualificazione dell’area, già dal 2013.

I giocatori scendono in campo, per dare “un calcio al razzismo”. Si confrontano, sudano...

E’ giocare insieme che conta. Il calcio come momento aggregativo sociale.

Le gambe dei ragazzi africani sono bianche di polvere, cipria di corse dietro al pallone, i ragazzi italiani sono neri di sole e sudore.

Un bambino del quartiere, Francesco diventa guida consapevole del significato della giornata.

Mi invita a seguirlo, mi dice quanto sia contento di giocare lì, anche gli altri giorni, insieme agli altri bambini, vicino ai grandi, in spazi che sono dei “fuori campo”.

Agata Katia Lo Coco/S4C Palermo

Galleria fotografica di Agata Katia Lo Coco

“Ehi! lascia perdere quello che stai facendo in questo momento e vieni a giocare anche tu”

(testo e foto di Ornella Mazzola/S4C)

Ho conosciuto Ebra nella piazzetta di Ballarò, nel cuore dell’Albergheria.

L’ho incontrato durante una delle tappe di “Mediterraneo Antirazzista”.

Era così alto che per provare a guardarlo negli occhi sono salita sul marciapiede, ma lui rispetto a me era ancora troppo alto.

Mazzola2016_MediterraneoAntiraz_014Viene dal Gambia e il suo sogno è diventare un grande calciatore, un calciatore vero e qui a Palermo ha trovato la possibilità di allenarsi per far sì che questo accada.

Ebra me lo ha detto con gli occhi, prima ancora che me lo dicesse con un quasi percettibile accento palermitano.

Non me ne intendo molto di calcio ma, guardandolo palleggiare, ho pensato subito che questo ragazzo ha la stoffa dei grandi campioni.

Ebra sembra una gazzella e ha l’animo gentile.

Eppure quel giorno a Ballarò protagonista non è stato solo il calcio multietnico, ma l’intero quartiere Ballarò: bambini con denti mancanti, palloncini, signori dalle camicie hawaiane, musica ed echi di musica, venditori ambulanti di panini con la “meusa” (milza), poltrone e sofà.

Questo è il senso di Mediterraneo antirazzista, coinvolgere ogni singolo elemento che appartiene ad una comunità e dirgli: “Ehi! lascia perdere quello che stai facendo in questo momento e vieni a giocare anche tu”.

Mazzola2016_MediterraneoAntiraz_016

E così durante i calci di rigore un bambino si è trovato avvolto da una folla incontenibile che ha invaso il campo, senza che si capisse più chi tifava per chi

Le poltrone abbandonate sono diventate gli spalti

Le piccole principesse di Ballarò sono arrivate con il lucidalabbra rosa apposta per l’evento

Ebra ha volato sulle sue gambe lunghe chilometri

E tutti si sono sentiti parte di qualcosa, anche io

Galleria fotografica di Ornella Mazzola




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