I Liberi Nantes: l’Italia che vorremmo e che c’èTeam Liberi Nantes: a good Italy
[english abstract: Last saturday, Team Liberi Nantes – the first sport Team entirely composed by refugees, presented they new activity: touch rugby. A sport that allows women and men to play together. S4C has long told the story of Liberi Nantes and keeps doing it, in an difficult neighborhood in the outskirts of Rome, where stories of social problems meet positive stories of volunteers, of integration, of hope. Team Liberi Nantes is a good face of a good Italy. But one that is seldom told. That’s why we are here, right?] – CLICK HERE TO SEE THE PHOTO GALLERY –
Un’Italia di gente seria
E anche questa volta i Liberi Nantes ci hanno mostrato la faccia dell’Italia che vorremmo.
In realtà, è la faccia di una delle tante Italie che esistono ma di cui si sente poco parlare.
Li conoscete bene, ormai: la prima società sportiva in Italia ad essere interamente composta da giocatori vittime di migrazione forzata, rifugiati, richiedenti asilo. Una piattaforma di esperienze sportive che incrociano storie, integrazione, socializzazione, speranza.
Manco a dirlo, tra S4C e i Liberi Nantes si è da subito creato un feeling e da tanto, ormai, stiamo facendo un tratto della nostra strada insieme, non solo raccontandoli ma anche affiancandoli in alcuni loro progetti tra cui Punto di Fuga (la cui mostra, peraltro, sarà di nuovo esposta a Roma proprio in questi giorni. Ma ne riparleremo).
E così sabato scorso abbiamo partecipato alla presentazione della nuova avventura dei Liberi Nantes: il touch rugby misto, maschile e femminile. Una disciplina spettacolare ma che consente a uomini e donne di giocare insieme.
All’evento sportivo ha fatto seguito, come nella migliore tradizione della palla ovale, un Terzo Tempo molto particolare proprio “a casa” dei Liberi Nantes: il campo XXV aprile, la cui genesi e le cui sfide abbiamo raccontato tante volte.
E’ stata una festa di quartiere, colorata, variopinta, allegra e rumorosa. Una cosa alla Liberi Nantes, insomma.
E con noi, in un Team S4C molto interessante, c’erano anche i partecipanti del corso base di fotografia s4c, guidati da Alessandra Fratoni, gli allievi del workshop sul videoreportage coordinati da Andrea Ranalli e i ragazzi del corso S4C Next Generation, degli adolescenti molto promettenti e appassionati.
Eravamo in tanti e la festa è stata bella. Si possono raccontare storie importanti, apparentemente piccole, anche divertendosi. E’ la migliore Italia.
Un’Italia seria, fatta da gente seria. Che si diverte molto seriamente.
AntonioA[english abstract: Last saturday, Team Liberi Nantes – the first sport Team entirely composed by refugees, presented they new activity: touch rugby. A sport that allows women and men to play together. S4C has long told the story of Liberi Nantes and keeps doing it, in an difficult neighborhood in the outskirts of Rome, where stories of social problems meet positive stories of volunteers, of integration, of hope. Team Liberi Nantes is a good face of a good Italy. But one that is seldom told. That’s why we are here, right?] – CLICK HERE TO SEE THE PHOTO GALLERY –
Un’Italia di gente seria
E anche questa volta i Liberi Nantes ci hanno mostrato la faccia dell’Italia che vorremmo.
In realtà, è la faccia di una delle tante Italie che esistono ma di cui si sente poco parlare.
Li conoscete bene, ormai: la prima società sportiva in Italia ad essere interamente composta da giocatori vittime di migrazione forzata, rifugiati, richiedenti asilo. Una piattaforma di esperienze sportive che incrociano storie, integrazione, socializzazione, speranza.
Manco a dirlo, tra S4C e i Liberi Nantes si è da subito creato un feeling e da tanto, ormai, stiamo facendo un tratto della nostra strada insieme, non solo raccontandoli ma anche affiancandoli in alcuni loro progetti tra cui Punto di Fuga (la cui mostra, peraltro, sarà di nuovo esposta a Roma proprio in questi giorni. Ma ne riparleremo).
E così sabato scorso abbiamo partecipato alla presentazione della nuova avventura dei Liberi Nantes: il touch rugby misto, maschile e femminile. Una disciplina spettacolare ma che consente a uomini e donne di giocare insieme.
All’evento sportivo ha fatto seguito, come nella migliore tradizione della palla ovale, un Terzo Tempo molto particolare proprio “a casa” dei Liberi Nantes: il campo XXV aprile, la cui genesi e le cui sfide abbiamo raccontato tante volte.
E’ stata una festa di quartiere, colorata, variopinta, allegra e rumorosa. Una cosa alla Liberi Nantes, insomma.
E con noi, in un Team S4C molto interessante, c’erano anche i partecipanti del corso base di fotografia s4c, guidati da Alessandra Fratoni, gli allievi del workshop sul videoreportage coordinati da Andrea Ranalli e i ragazzi del corso S4C Next Generation, degli adolescenti molto promettenti e appassionati.
Eravamo in tanti e la festa è stata bella. Si possono raccontare storie importanti, apparentemente piccole, anche divertendosi. E’ la migliore Italia.
Un’Italia seria, fatta da gente seria. Che si diverte molto seriamente.
AntonioA
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