Delfino, the Shepherd of the Roman Aqueduct
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Il Pastore degli Acquedotti Romani
(una storia di Roberta Cacciaglia)
- English version below -
Il Parco degli Acquedotti fa parte del Parco Regionale dell'Appia Antica ed è situato nel sud-est di Roma. È delimitato dalle vie commerciali e residenziali di via Capannelle, via Appia Nuova, via Lemonia e via del Quadraro per un'estensione di circa 240 ettari.
Il suo paesaggio unico al mondo presenta acquedotti romani e papali che rifornivano l'antica Città'. Per la sua straordinaria bellezza e la vicinanza agli studios di Cinecittà il parco è stato utilizzato come set cinematografico per celebri produzioni, tra cui La dolce vita, Mamma Roma e Il marchese del Grillo.
In quest'oasi di antico Agro Romano lavora da oltre 60 anni il pastore Delfino, circondato da centri commerciali, grattacieli, ville e palazzoni della speculazione edilizia, e costantemente sorvolato dagli aerei in bassa quota per l'aeroporto di Ciampino.
Avevo 12 anni quando mi sono trasferita con mio padre a Cinecittà ed ogni domenica ammiravo ammaliata un paesaggio senza tempo. Sullo sfondo degli acquedotti romani l'anziano pastore guidava il suo gregge tra campi di grano, papaveri o margherite, a seconda della stagione.
È passata una vita, la mia vita, e non ho mai smesso di incantarmi di fronte a quello scorcio della Roma antica. Ma, con al collo la mia macchina fotografica, decido di varcare le recinzioni che quel piccolo mondo avevano sempre tenuto lontano ed irraggiungibile.
Alquanto timorosa (vista la fama dei pastori poco amichevoli) mi avvicino all'anziano. sorprendentemente non riconosco in lui un uomo ostile ma un signore gentile e distinto che mi accoglie e mi mette subito a mio agio.
Da quel momento le mie giornate al parco degli acquedotti le ho trascorse seguendo Delfino e il suo gregge, tra campi, fango, buche e sorprese qua e là poco gradite, ma inevitabili! Ho ascoltato la storia della sua vita, una vita protetta dagli acquedotti dal 1945 poiché da oltre 50 anni Delfino non è più andato in città. La storia per lui si è fermata lì.
Nato in Umbria da una famiglia di contadini inizia a fare il pastore in età infantile. Solo la guerra lo allontana dalla vita di campagna. Finita la guerra, avendovi partecipato come telegrafista, gli viene proposto un ruolo d'ufficio. Rifiuta senza esitazione per tornare all'unico lavoro che si sente chiamato a fare. Si trasferisce così a Roma ed affitta i campi del parco degli acquedotti dai "signori della terra" per far pascolare il suo gregge.
Da quel dì, ogni giorno è esattamente uguale a se stesso, Un'esistenza scandita dai ritmi del pascolo che non conosce interruzioni, feste e vacanze. Cambiano le stagioni, le terre si alternano per il maggese, gli aiutanti vanno e vengono (emigrati dall'est Europa), ma la sua vita, le sue pecore, i suoi acquedotti e il suo parco sono lì immutabili ed immobili nel tempo della storia che scorre rapidamente al di fuori di quei recinti e si allontana dalla sua realtà.
Oggi Delfino ha 92 anni, cammina per più di 8 ore al giorno e all'occorrenza corre, scatta e lancia il suo vecchio bastone. Gli chiedo quale sia il suo segreto e risponde: "mangio una volta al giorno, non sono chiuso in un ufficio, sono sempre in movimento e non mi stresso...I miei coetanei che lavorano in ufficio mica stanno come me!".
Delfino non ammette l'ora legale che ai suoi fini non ha alcun senso. Il suo orologio, come lui del resto, non conoscesse discontinuità. Quando lo tira fuori per controllare l'ora ne rimango sorpresa: un orologio da taschino argentato che porta con molta fierezza. D'altronde la sua presenza è piuttosto anomala rispetto al pastore dell'immaginario comune. Indossa sempre una giacca ed occhiali da vista distinti anche se inevitabilmente usurati dal tempo.
Delfino non ha studiato, non ha viaggiato, non naviga su internet, non legge giornali, non vede televisione, non ha un cellulare o un pc. Ha trovato la pienezza della sua esistenza nell'essere pastore per le sue pecore e a me ha dato l'onore di catturare con qualche scatto il suo piccolo mondo antico incontaminato dal trascorrere del tempo.
Roberta Cacciaglia
Photo Gallery
The Shepherd of the Roman Aqueduct
(a story by Roberta Cacciaglia)
The Parco degli Acquedotti is a public park in Rome, Italy. 5 miles outside the city center, it is part of the Appian Way Regional Park and is of approximately 240 ha. The park is named after the aqueducts that go through it. You can still see the Claudian aqueduct, in all its slightly-degraded glory.
The park has been protected from the wild urban development and retains a rustic air. Towards the South and East of the park crops are still grown and sheep can be found grazing. Partly due to its proximity to Rome's movie studios at Cinecittà, the park is often used as a film location. Perhaps the most memorable scene is the opening shot of La Dolce Vita where we see a statue of Christ suspended from a helicopter flying along the Aqua Claudia.
In this landscape of ancient Rome, the shepherd Delfino has been working for more than 60 years surrounded by shopping malls, skyscrapers and constructions of building speculation, and constantly overflown by airplanes in low altitude to Ciampino airport.
I was 12 years old when I moved with my father to Cinecittà and every Sunday I admired that timeless landscape. In the background of the Roman aqueducts the old shepherd was leading his flock towards wheat fields, poppies and daisies depending on the season.
Now I am 30 years old, and with my camera I decided to cross the fences that kept that ancient world far and unreachable.
Quite worried (due to the fame of unfriendly shepherds) I approach the old shepherd. Surprisingly, I find a kind gentleman who welcomes me and my camera (I will later learn that he never allowed someone to get so close to him with cameras).
From that moment, I spent my Sundays following Delfino and his flock. I listened to his story, a life protected by those aqueducts since 1945. In fact, it’s more than 50 years that Delfino is no longer going to the city. The history for him stopped there.
He was born in Umbria from a family of farmers and became a shepherd in childhood. Only the war took him away from country life. After the war, he was offered to work in an office. He refused without hesitation to go back to the only job he felt to do. He moved to Rome and rented the park’s fields from the landowners to graze his flock.
From that day, every day it’s the same, an existence marked by the sheep-farming rhythm which knows no interruption, holidays and vacations. The seasons change, the lands alternate to the fallow, co-workers change all the time (emigrants from Eastern Europe), but his life, his sheep, his aqueducts and its park are there immutable and timeless.
Today Delfino is 92 years old, walks for more than 8 hours a day and if necessary runs, snaps and throws his old stick. I ask him what is his secret and he responds: "I eat once a day, I am not locked up in an office, I am always moving and I do not get stressed ... My peers are not in a good shape like me!"
When he checks the time, I am surprised: a silver pocket watch that he wears with much pride. Besides his look, he is quite an uncharacteristic shepherd. He always wears a good jacket and nice eyeglasses although inevitably worn out by time.
Delfino didn’t attend any school, didn’t travel, he doesn’t know internet, doesn’t read newspapers or watch television and doesn’t have a phone or PC. He has found the fullness of his life being a shepherd, and gave me the honor of capturing some shots of his ancient world untouched by the time.
Roberta Cacciaglia
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