Da Mirafiori in giù (29-1-11)

(testo e foto: Gaia Squarci/S4C)

Torino ha vissuto da protagonista gli ultimi mesi di cronaca. I’Italia ha gli occhi puntati sul destino della fabbrica che per decenni è stata il simbolo del paese all’estero.

Lo sciopero indetto dalla Fiom per i metalmeccanici il 28 gennaio a Torino è stato esteso dai COBAS a tutti i lavoratori del settore pubblico, in tutta Italia, e mentre alla stazione di Porta Susa continuano ad arrivare decine di pullman affluenti dalla provincia e non solo, nei capoluoghi del resto del paese si organizzano cortei paralleli.

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I volti della manifestazione sono molti, decine di migliaia. Secondo la Fiom l’astensione dal lavoro nelle fabbriche piemontesi oscilla tra il 60 e l’80%, ma in marcia non ci sono solo loro: da Porta Susa a Piazza Castello sfilano rappresentanti delle più diverse classi sociali, età, rivendicazioni.

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Ci sono sindacati, No Tav, centri sociali, pensionati, ricercatori, studenti che manifestano per il diritto all’istruzione. A
dimostrare una volta di più che quando il malcontento è generale le proprie motivazioni vanno a sovrapporsi a quelle degli altri.

Gaia Squarci/S4C




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