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Celebrate Yourself

Dal 4 maggio al 4 giugno 2018 e' in mostra a Torino, al MAU – Museo di Arte Urbana, Celebrate Yourself, il nuovo progetto fotografico della nostra amica Alice Arduino che ha l'obiettivo di raccontare il mondo e la comunità lgbt.

Sono state fotografate e intervistate 35 persone con l'intento di scoprire gli hobby, le passioni, il lavoro, principi e valori, andando oltre le etichette gay, lesbica, bisessuale, transessuale. Sono le storie di singoli, coppie e famiglie omogenitoriali con figli avuti da una inseminazione artificiale o da precedenti relazioni. Tra loro vi sono esponenti politici, dejeey, avvocati, poliziotti, giovani, studenti, attivisti, scrittori che hanno fatto coming out, raccontando la loro esperienza, contributo e vissuto.

Andrea

La finalità è di sensibilizzare maggiormente coloro che ancora vedono con diffidenza al mondo gay e aiutare altri ragazzi/e a fare "coming out" attraverso l'esempio personale degli intervistati.

E' necessario celebrare sé stessi ogni giorno, essere orgogliosi di ciò che si è.

Il mio obiettivo era raccontare la comunità lgbt+ andando oltre le etichette” spiega Alice Arduino. “Volevo che uscisse fuori la storia delle persone fotografate, i loro hobby, passioni, quello che fanno nel tempo libero, cosa leggono, guardano in tv, al cinema e che musica ascoltano. Chi legge le interviste deve trovare dei punti in comune con loro, familiarizzare, sorridere, commentare perché le cose che ci accumunano e uniscono sono molteplici. Il fatto che poi siano gay, lesbiche, bisessuali e transessuali è una cosa in più, una “etichetta” che gli altri ti attaccano e che non deve influire sul giudizio delle persone”.

Alice

Se viviamo in una società dove i soggetti vengono spesso etichettati, con questa mostra si cerca di ribaltare questo principio, partendo dalla comprensione e uguaglianza attraverso ciò che si ha in comune con loro. E allora, Michela prima di tutto è una cuoca e pasticcera, Luigi uno studente di giurisprudenza impegnato con i migranti, Mimmo e Alberto sono rispettivamente uno stilista e un impiegato che amano la musica rock anni 70 e 80. L' attenzione si sposta sui chi sono, cosa fanno, quali sono i loro pensieri, lasciando in secondo piano i loro gusti sessuali che caratterizzano la loro vita.

Il coming out è un tema fondamentale del progetto: “uscire allo scoperto”, dire al mondo cosa e chi ti piace non è così scontato per una persona omosessuale. Anche se nel 2018 il clima Italiano è più tranquillo grazie alle unioni civili approvate nel 2016, è ancora necessario ribadire e sottolineare l’importanza del rispetto e di tutto ciò che comporta nel raccontare agli altri chi sei e cosa ti piace.

Viviamo in un mondo dove l’eterosessualità è considerata la normalità e chi non appartiene a questa “categoria” spesso subisce un giudizio negativo. Se la relazione con gli amici è più facile, più complicata può diventare quella con i parenti o sul posto di lavoro. Quipossono nascere le discriminazioni più forti, l’indifferenza e l’allontanamento, portando molta sofferenza in chi la subisce”.

Fare coming out, diventa pertanto un “atto di coraggio” un percorso di accettazione di sé stessi molto lungo e complesso. Quando avviene, si è pronti a dirlo agli altri, ci si mette letteralmente “in gioco”, affrontando il giudizio del mondo esterno, pur sapendo che le razioni potrebbero compromettersi.

Mimmo e Alberto

A Torino sono 35 le persone che si sono rese disponibili al progetto.

Non è una cosa così scontata e questa mostra lo dimostra. Molti mi hanno detto che non volevano essere fotografate perché i genitori non lo sapevano o perché avrebbero avuto problemi sul lavoro. Altri non erano sicuri perché ancora incerti. Non ho trovato nessuna famiglia arcobaleno disposta a farsi fare una foto, probabilmente per tutelare i figli/e. Questo dimostra che c’è ancora molto lavoro da fare non solo da parte delleassociazioni lgbt+ e dei singoli ma anche delle istituzioni che hanno il dovere di promuovere progetti di sensibilizzazione e diffondere iniziative di rispetto e uguaglianza” dice Alice Arduino.

 




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