Cambodia, The New Land: fotografia ed impegno sociale

Alessandro Vannucci è una “new entry” nel network di Shoot4Change ed ha nel suo portfolio interessanti reportage ed intensi ritratti dall’Africa e dall’Asia.

Paolo Fusco lo ha incontrato ed ha fatto quattro chiacchiere sui suoi reportage e sul suo concetto di fotografia ed impegno sociale.

Qual è il tuo approccio alla fotografia sociale e di reportage?

Da qualche anno ormai, dal mio primo viaggio in Niger, sono rimasto affascinato dalla potenzialità di tradurre in fotografia le espressioni delle persone che incontro durante i miei viaggi, di rendere eterno un movimento o un sorriso. Il passo successivo è stato di scegliere di essere volontario per un progetto umanitario in Cambogia. Da quasi due anni alterno tre mesi in Italia e tre qui in Cambogia, dove certo non mancano le possibilità per scatti potenzialmente eccezionali, dalla gente, ai paesaggi, alla cultura. Per questo mi ritengo un fotografo molto fortunato.

(see the FLASH gallery)

Alterni bianco e nero al colore.. con quali motivazioni?

(see the FLASH gallery)

Non ho una predilezione per l’uno o per l’altro. Cerco di massimizzare l’emozione che la foto trasmette, usando tecniche di post produzione differenti.

Che valore attribuisci alla fotografia e che effetti pensi possa avere sulle realtà che fotografi?

Sono convinto che la fotografia possa aiutare il cambiamento e creare consapevolezza nella gente. Soprattutto oggi che grazie alla diffusione di internet una foto può fare il giro del mondo in pochi istanti. I diversi social network, da facebook a flickr, possono davvero fare la differenza nel comunicare e nel mostrare realtà diverse e poco conosciute, se non addirittura ignorate.

Ci sono poi le community, come S4C, mirate al sociale e al reportage, per chi vuole approfondire in modo meno superficiale.

La nostra ONLUS italiana Un Due Tre Stella, che sta supportando una ONG in Cambogia, utilizza spesso le mie foto e i miei video per denunciare le drammatiche condizioni di vita, comuni a centinaia di migliaia di persone. Altri scatti sottolineano invece le meraviglie artistiche e la dignità di un popolo con alle spalle una storia cominciata molto prima dell’arrivo delle bombe americane e dei Khmer Rossi.

(see the FLASH gallery)

Da qualche anno risiedi per lunghi periodi in Cambogia. Qual è la situazione in questo paese?

Pur essendo adesso un paese politicamente stabile, la Cambogia è uno dei più corrotti al mondo dove la classe dominante si prende il meglio lasciando che i contadini muoiano ancora di malaria. Non esiste assistenza statale, non esiste un sistema educativo valido, manca tutta la generazione di mezzo che era stata uccisa durante la guerra civile.

Nonostante questo è un paese in lenta crescita dove la gente appare serena e accetta, con un sorriso l’aiuto delle ONG e dei volontari internazionali che arrivano qui ogni anno. che cosa ti ha spinto a scegliere la Cambogia?

Parlaci dei progetti che stai seguendo con la ONLUS http://www.unduetrestella.eu/ e di Cambodia Orphan Found www.cofcambodia.org/

La scelta della Cambogia deriva dal fatto che è un Paese che già conoscevo da miei viaggi precedenti e che mi aveva colpito soprattutto per la serenità della gente. Un due tre stella ONLUS aiuta in diversi modi la ONG Cambodia Orphan Fund, dal volontariato in loco alla raccolta fondi per finanziare progetti che poi seguiamo di persona. L’ultimo progetto appena concluso è la costruzione di una grande cucina e mensa in quella che noi chiamiamo “The New Land“, un ettaro di terra di nostra proprietà appena fuori Siem Reap in cui prevediamo di spostare i due orfanotrofi per fine anno.

I progetti sono tanti e vanno dai due orfanotrofi appunto, con circa 65 bambini, al supporto alle famiglie, dalle 3 scuole di inglese, che danno la possibilità ai ragazzini locali di studiare, ai laboratori d’apprendistato per insegnare lavori pratici come il cucito e la stampa di magliette. Tutto è finalizzato a dare un’istruzione valida anche secondo la fascia d’età e a rendere indipendenti le persone che aiutiamo.

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Ecco una sintetica galleria NO flash:

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There are 2 comments

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  1. Odette Hasenfratz

    Inanzitutto volevo complimentarmi con voi per la splendida intervista, ho appena visitato le meravigliose immagini di Alessandro Vannucci, su flickr, che mi hanno lasciata estasiata, soprattutto per la sua splendida testimoninanza in diversi contesti sia culturali che di vita sociale in differenti paesi, continenti! Ringrazio Shoot4 Change , per avermi fatto conoscere Alessandro, ma soprattutto per avermi trasmesso delle incredibili emozioni nell’osservare i suoi fotogrammi!
    Nel tuo reportage Cambodia 2007 che ho piacevolmente visionato sul flickr, mi sono permessa di lasciarti un mio commento che vorrei condividere anche in questo contest:
    In ogni tuo scatto, soprattutto dei bambini si legge una grande voglia di vivere ma anche un disagio quotidiano, che devono affrontare! In ogni bambino fotografato da Te traspare un insieme di emozioni, che ci devono fare riflettere! Trovo che i tuoi reportage sono una grande testimonianza, non solo dei rituali, della vita quotidina, dell’uso e dei costumi nel contesto dei luoghi da te visitati, ma soprattutto la tua testimonianza dimostra un grande spessore comunicativo! Grazie di cuore per aver postato il tuo splendido lavoro!
    Inoltre trovo molto interessanti anche i colori, che attraverso le tue immagini prendono forma dando un grande senso di libertà…

    Mi permetto di allegarvi il mio set di flickr dedicato al dramma della guerra:
    http://www.flickr.com/photos/hasen64/sets/72157624696845712/

    Auguro a tutti un buon proseguimento ma soprattutto un buon lavoro!
    The peace in the world

    Odette Hasenfratz

  2. Gianfranco Rotondo

    Complimenti davvero Alessandro, sinceramente non trovo cos’altro aggiungere, devo ancora spulciare il tuo flickr ma già i pochi scatti in questo articolo sono eccezionali… non si può non concordare con Odette, dalle tue foto traspare tutto e di più! Spero di riuscire a prendere esempio da te in futuro! Grazie a te e ancora una volta a S4C!


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