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Avenida DandaraAvenida Dandara

(testi: Martina Giordani / foto: Giulio Di Meo)

La lotta per la terra non è un fatto nuovo nella storia del Brasile. Iniziò più di 500 anni fa con l’arrivo dei coloni portoghesi e continua fino ad oggi, coinvolgendo la popolazione più svantaggiata: dagli indigeni agli schiavi africani, dai lavoratori rurali senza terra agli abitanti delle favelas. Moltissime sono le persone che combattono nei modi più disparati per il loro diritto alla casa e alla terra. L’occupazione di territori abbandonati o comunque non utilizzati è uno tra questi.

 

Dandara è un’occupazione urbana che si trova nella periferia di Belo Horizonte, capitale dello stato federale brasiliano del Minas Gerais. Il 9 aprile del 2009 150 famiglie senzatetto hanno occupato quest’area periferica, abbandonata da più di 30 anni, con l’aiuto organizzativo e il supporto del Fórum de Moradia do Barreiro, delle Brigate Popolari e del Movimento dei lavoratori rurali senza terra (MST). Un forum, un’organizzazione e un movimento che lottano per la popolazione più povera, organizzando mobilitazioni popolari e facendo pressione sui governi affinché sia riconosciuto ai più svantaggiati il diritto alla casa e alla terra. Giorno dopo giorno sempre più famiglie si sono unite a questo primo nucleo, fino ad arrivare a ben 1000 famiglie, solamente dopo una settimana di occupazione. Oggi vivono in comunità circa 900 famiglie, alcune delle quali sono composte da dieci o quindici persone, tra adulti, ragazzi e bambini e dunque si stima la presenza di oltre 4000 persone. Tutte persone che, prima di stabilirsi nella comunità Dandara, non avevano una casa e vivevano in condizioni precarie.

Dandara rappresenta un primo tentativo di unire la lotta per la Riforma Agraria con quella per la Riforma Urbana in modo da risolvere contemporaneamente due problemi: quello della mancanza di abitazioni e quello legato all’auto-sostentamento. Si vuole difatti creare un sistema “rururbano” che integri le abitazioni urbane all’impianto produttivo agricolo. L’idea è di dividere la terra in lotti, una parte dei quali da destinare alla produzione agricola collettiva che permetterebbe alla comunità di auto-sostenersi e di complementare la bassa rendita, creando al contempo una fonte di alimentazione salutare.

L’area occupata è di circa 40 mila metri quadrati ed era abbandonata da più di 30 anni. La Costituzione della Repubblica Federativa del Brasile riconosce il diritto fondamentale della proprietà e afferma che essa deve garantire la sua funzione sociale. L’art. 182 definisce che una proprietà urbana adempie alla sua funzione sociale quando è utilizzata pienamente dal punto di vista economico, ossia quando il suolo è edificato, quando non è sottoutilizzato o comunque non utilizzato, anche se edificato. Nel caso in cui questi criteri non siano soddisfatti, è possibile che tale proprietà venga espropriata con un adeguato indennizzo.

Nonostante l’area di Dandara non soddisfi tale funzione sociale, la magistratura ha dato avviso di sfratto nei confronti degli occupanti, a favore della Construtora Modelo, la società che detiene il titolo di proprietà dell’immobile. Già alla fine del primo giorno di occupazione, la polizia cercò di sfrattare le numerose famiglie senza ingiunzione di recupero e per di più durante la notte, azione vietata dalla legge. Quella notte è ricordata dalle persone della comunità in maniera drammatica, come ore di terrore, durante le quali gli uomini della polizia fecero esplodere bombe, lanciarono gas al pepe e distrussero decine di baracche con elicotteri a bassa quota al fine di far desistere e cacciare gli occupanti.

L’occupazione di Dandara è stata organizzata perché era evidente la necessità di trovare un’alternativa per gli esclusi dalle città, che si trovano ad affrontare quotidianamente innumerevoli ostacoli per sopravvivere in questo mare di disuguaglianze. Dove la proprietà ha più valore di quanto ne possa avere l’essere umano non potrebbero essere diverso: solo a Belo Horizonte ci sono circa 80.000 edifici non utilizzati e abbandonati e 55.000 famiglie senza alcun riparo. Un conto facile da risolvere e dunque un problema perfettamente superabile se non fossero coinvolti gli interessi delle potenti élite.

Dandara è una delle occupazioni più famose in Brasile a causa delle difficoltà che hanno dovuto affrontare i suoi abitanti. Il nome della comunità è stato dato in onore della compagna di Zumbi dos Palmares, Dandara per l’appunto. Quest’ultima era una guerriera nera, molto coraggiosa, che ha combattuto, insieme al marito, per liberare gli schiavi neri dalla dura vita che conducevano attraverso la lotta organizzata contro il sistema coloniale. Per queste motivazioni è considerata un simbolo di resistenza, libertà e uguaglianza.

Questa comunità è riuscita a resistere fino ad oggi grazie al coraggio e alla forza dimostrate dai suoi occupanti, ma anche perché possiede una vasta rete di solidarietà, soprattutto da parte della chiesa e degli studenti. Nonostante ciò, solamente dopo due anni di occupazione e resistenza, Dandara è sotto minaccia poiché il 5 ottobre del 2011 il giudice che segue la causa ha emesso una decisione che ne determinerà lo sfratto. Il comune di Belo Horizonte, il governo di Minas Gerais e la magistratura ritengono che tale espropriazione sia una soluzione e che in questo modo si risolva un problema. Eppure, tutti possono capire che tale “soluzione” porterà solo ad ulteriori difficoltà, generando un aumento del conflitto sociale: ci saranno 900 famiglie senza casa, senza alcun supporto, né una sistemazione alternativa. L’occupazione Dandara rappresenta una soluzione per migliaia di persone che vivevano in aree a rischio, in mezzo alla strada e in uno stato di profonda vulnerabilità. Nonostante queste famiglie si siano organizzate semplicemente per rivendicare i propri diritti, sono trattate come un problema da coloro che traggono profitto dalle disuguaglianze e dalle ingiustizie. Davanti a questa drammatica situazione è necessario trovare alternative che possono evitare lo sfratto e favorire una soluzione dignitosa per tutti. Per questo è necessario sostenere la campagna di solidarietà per l’occupazione Dandara, per aiutare questo movimento che si batte per una società più giusta, senza sfratti e senza violenza.

 

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Rua Dandara

Dandara era una guerriera nera del periodo coloniale in Brasile, moglie di Zumbi dos Palmares e madre dei suoi tre figli. Insieme a Zumbi ha combattuto per liberare gli schiavi neri dalla dura vita che conducevano. Dandara era una combattente coraggiosa e abile ad elaborare strategie e piani di attacco e di difesa di Palmares. Si è suicidata dopo essere stata arrestata il 6 febbraio 1694 per non tornare alla condizione di schiava. Rappresenta oggi la libertà e l’uguaglianza.

 

 

Rua dos Palestinos

La propaganda sionista di fine ottocento aveva coniato lo slogan “una terra senza popolo per un popolo senza terra”. Purtroppo la Palestina non era propriamente una terra senza popolo, ad oggi la popolazione palestinese in tutto il mondo è stimata in circa 11 milioni di persone. I palestinesi dal 1947 lottano per vedere riconosciuto il loro diritto ad avere uno stato libero.

 

 

Rua Zumbi dos Palmares

Zumbi fu l’ultimo dei leader del Quilombo più noto, il Quilombo dos Palmares. La prosperità e la capacità di organizzare questa immenso quilombo rappresentarono una seria minaccia per l’ordine della schiavitù vigente. Zumbi è diventato un simbolo della resistenza perché lottò fino alla morte contro la schiavitù e le ingiustizie, per la libertà e una vita migliore.

 

 

Rua dos Quilombos

Nel periodo della schiavitù in Brasile, i neri che riuscirono a scappare si rifugiarono in aree nascoste e fortificate in mezzo al bosco, chiamate quilombos. Queste comunità rappresentano una delle massime espressioni della lotta organizzata in Brasile, la resistenza al sistema coloniale degli schiavi, e sono diventati simboli di libertà, autonomia, resistenza e lotta per una vita dignitosa. I remanescentes dos quilombos (i discendenti degli schiavi africani che facevano parte dei quilombos) lottano ancora oggi per il diritto alla terra e alla casa.

 

 

Rua Dona Maria Diarista

Questa strada è un omaggio a tutte le donne che lavorano come domestiche in tutto il Brasile. Sono in lotta quotidianamente e rappresentano una parte significativa degli esclusi del Brasile.

 

 

Rua Pedro Pedreiro

Chico Buarque, nella canzone “Pedro Pedreiro”, parla di un lavoratore che, mentre aspetta il treno, sogna di vincere alla lotteria e di tornare dalla grande città dove è emigrato al suo paese natale. Ma alla fine si rende conto che tutto ciò forse non si realizzerà mai. Questa strada è un omaggio a tutti gli operai che lavorano nel settore dell’edilizia, spesso sfruttati e sottopagati, senza diritti e vittime di ingiustizie.

 

 

Rua Paulo Freire

Paulo Freire (1921-1997) è stato un educatore e filosofo brasiliano. E’ noto per il suo lavoro nel campo dell’istruzione popolare, orientata sia per la scolarizzazione sia per la formazione della coscienza politica. Autore di “pedagogia degli oppressi”, un metodo di alfabetizzazione dialettica, ha sempre difeso il dialogo con la gente comune, non solo come metodo, ma anche come un modo per essere veramente democratico. E’ considerato uno dei pensatori più importanti della storia della pedagogia mondiale.

 

 

Rua Milton Santos

Milton Almeida dos Santos (1926-2001) è stato un geografo brasiliano. E’ noto per il suo lavoro in diverse aree della geografia, in particolare negli studi dei processi di sviluppo urbano dei paesi in via di sviluppo. Inoltre non combatteva contro la globalizzazione in sé, ma il modo in cui è realizzata. E ‘stato uno dei grandi nomi del rinnovamento della geografia in Brasile degli anni ‘70.

 

 

Rua Che Guevara

Ernesto Guevara de la Serna (1928-1967), più noto come Che Guevara, è stato un rivoluzionario e guerrigliero argentino. Guevara fu membro del Movimento del 26 di luglio e, dopo il successo della rivoluzione cubana, assunse un ruolo nel nuovo governo, secondo per importanza solo a Fidel Castro. Dopo il 1965 lasciò Cuba per attuare la Rivoluzione popolare in altri Paesi (Congo, Bolivia). Venne ucciso da un reparto anti-guerriglia dell’esercito boliviano il 9 ottobre 1967.

 

 

Rua Nelson Mandela

Nelson Mandela è stato il principale rappresentante del movimento anti-apartheid, come attivista e guerrigliero. Segregato e incarcerato per ventisette anni durante i governi sudafricani pro-apartheid prima degli anni novanta, è oggi universalmente considerato un eroico combattente per la libertà. È stato il primo Presidente eletto a seguito delle prime elezioni nazionali non razziali della storia del paese nel 1994 e Premio Nobel per la Pace nel 1993.

 

 

Rua Chico Mendes

Chico Mendes (1944–1988) era un seringueiro (raccoglitore di caucciù), sindacalista e attivista ambientale brasiliano. Guida il primo congresso nazionale dei seringueiros che diventerà il soggetto politico e sindacale che porterà le rivendicazioni di Mendes, dei contadini e delle popolazioni indigene dell’Amazzonia all’attenzione dei media internazionali. La sua intensa lotta per la preservazione della foresta amazzonica fu la causa del suo assassinio.

 

 

Rua Camillo Torres

Camilo Torres (1929–1966) è stato un padre cattolico, guerrigliero e rivoluzionario colombiano, precursore della Teologia della liberazione. Docente universitario di Sociologia, la sua teoria era quella di una teologia della rivoluzione per salvare diseredati e oppressi. Nel 1963 si unì all’ELN (Ejercito de Liberacion Nacional), un movimento rivoluzionario. Morì nel febbraio 1966 in un attacco contro l’esercito regolare.

 

 

Rua das Flores

Il fiore è uno dei simboli della pace. L’occupazione urbana e la lotta politica portata avanti dalla comunità di Dandara sono necessariamente di natura conflittuale. I fiori vogliono lanciare un messaggio ai presunti nemici, vogliono comunicare che la comunità viene in pace lottando per un diritto essenziale dell’essere umano: il diritto alla casa.

 

 

Rua Irma Dorothy

Dorothy Mae Stang (1931–2005), conosciuta come Irma Doroty, è stata una religiosa e missionaria statunitense naturalizzata brasiliana. Nel 1966 arrivò in Brasile, iniziando il suo ministero pastorale nello Stato del Maranhão. Si è impegnata intensamente nei movimenti sociali negli stati del Nord-est, battendosi contro il disboscamento dell’Amazzonia, sempre al fianco dei contadini e degli operai della Transamazzonica. Per questi motivi è stata assassinata nel 2005 nello stato brasiliano del Parà.

 

 

Rua Martin Luther King

Martin Luther King (1929–1968), è stato un politico e attivista statunitense, leader dei diritti civili. Unanimemente riconosciuto come instancabile apostolo della resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati, Martin Luther King si è sempre esposto in prima linea affinché fosse abbattuta nella realtà americana degli anni cinquanta e sessanta ogni sorta di pregiudizio etnico.




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