Anlong Pi 01

Anlong Pi, Dust in the Wind

– in italiano più sotto –

 This is a powerful story. One of those small and ignored stories that you would seldom fall into. It is told by Alessandro Vannucci (whom works you all know, being one of the oldes S4C members and he’s been featured here with many stories of his photography and charity work in Cambodia) and Federica Adamli. It’s a story about a garbage dump, drifting souls and dust in the Wind. It’s the story of Anlog Pi.

Antonio Amendola

(photos: Alessandro Vannucci / text: Federica Adamoli)

Anlong Pi is the main garbage dump of Siem Reap.

It is  situated 30 km from the city and every day tons of garbage arrives. Many people experience the begging street children in Siem Reap but walking through the paths of dust and ashes in Anlong Pi will expose you to conditions almost beyond your imagination.

(click to see the gallery)

Night and day, toxic clouds that rise from the burning waste piles surround trees and workers. People standing on rubbish piles evoke drifting souls as if they were painted by Géricault. 

You almost believe that salvation is close because they smile. The lucky ones may have a pair of boots to protect them as they walk amongst the junk – many don’t – but still they are smiling.  

(click to see the gallery)

Curious kids stare at adults and ask for bread, a woman speaks English to me. Some families live in this garbage dump but every sunrise hoards of workers come with the first loaded truck.

The daily wage is good enough not to work in some hotels in the city. Beyond over there they can take care of their own children and breed some chickens.

Their huts are falling apart, and although there is no sign of a toilet or a water pump, the children somehow washed their hands before taking the bread we brought.

Few organizations are trying to help those people but it is difficult change their minds and the way they look at the future. 

They can’t seem to understand that a better life is possible. In that world where Jasmine flowers cannot grow, nothing has any worth but the daily wage. Poisoned environment, rusty nails, or buzzing flies don’t bother them. At sunset, nature’s noises and sounds get mixed and the landscape turns alien.  

A couple of children pass by riding a bicycle and the backlight silhouettes their profiles creating a new painful image.

————–

Anlong Pi: Dust in the Wind

 (foto: Alessandro Vannucci / testo: Federica Adamoli)

Anlong Pi è la discarica di Siem Reap.

Dista circa 30 km dal centro e ogni giorno tonnellate di spazzatura arrivano dalla città. Camminando lungo le strade di polvere, cenere e immondizia si può passare a un livello superiore di accettazione e compassione, come se i bambini che mendicano tra le vie di Siem Reap non fossero abbastanza. 

Giorno e sera il fumo sale dai cumuli di rifiuti che bruciano, circondando alberi e lavoratori di nebbia tossica. In cima ai sacchi di immondizia sembrano esserci anime alla deriva che quasi ricordano un dipinto di Géricault, la salvezza è vicina e lo si può credere davvero, perché quelle anime sorridono.

 

(cliccare per la galleria fotografica)

 

Possiedono meno che nulla, il loro unico tesoro sono un paio di stivali per non entrare a piedi scalzi tra i sacchi di plastica ma sorridono, salutano, i bambini osservano curiosi, gli adulti chiedono del pane, una donna mi parla in inglese. Vivono poche famiglie alla discarica, gli altri arrivano insieme al primo carico all’alba.

La paga è buona, migliore che in uno degli hotel della città, e li si può badare ai propri figli e allevare polli. Le capanne sono cadenti, non c’è traccia di una toilette o di una pompa d’acqua eppure i piccoli si lavano le mani prima di accettare le baguette che gli vengono offerte.

 

(cliccare per la galleria fotografica)

Diverse organizzazioni cercano di aiutare la gente di quel posto ma è troppo difficile cambiare il modo di pensare al futuro del popolo cambogiano, soprattutto quando non possiede alcuna istruzione per capire che potrebbe esserci una via migliore, una vita diversa.

In quel mondo dove non arriva il profumo dei fiori di gelsomino, poco importa se non la paga quotidiana.

L’ambiente malsano, i chiodi arrugginiti o il ronzio incessante di miliardi di mosche non disturbano, al tramonto i suoni della natura si confondono, il paesaggio diventa quasi alieno.

Un paio di bambini passano in bicicletta, il controluce ne disegna le sagome e crea un nuovo dipinto che fa male al cuore.




There are no comments

Add yours

fifteen + 1 =