Ancora indignati a Romafrom occupyRome
Stéphane Hessel scrive: “il mio augurio a tutti voi, a ciascuno di voi, è che abbiate un motivo per indignarvi. E’ fondamentale. Quando qualcosa ci indigna come a me ha indignato il nazismo, allora diventiamo militanti, forti, impegnati. Abbracciamo un’evoluzione storica e il grande corso della storia continua grazie a ciascuno di noi. Ed è un corso orientato verso una maggiore giustizia, una maggiore libertà, ma non la libertà incontrollata della volpe nel pollaio. Questi diritti, promulgati nella Dichiarazione del 1948, sono universali. Se incontrate qualcuno che non ne beneficia abbiatene pietà, aiutatelo a conquistarli”
(testo e foto di Beatrice Lencioni/S4C)
Tutto è iniziato a Plaza Puerta a Madrid.
I ragazzi spagnoli decisero di farsi portavoce tra la gente di un malcontento, di un senso di precarietà e infelicità davanti al quale il popolo spagnolo non poteva più tacere, condiviso nel nostro come in altri paesi. Ecco perché, a fianco degli spagnoli si sono uniti, fin dal primo giorno, molti italiani.
La protesta, ormai cresciuta, è diventata mondiale grazie anche alla diffusione che ne è stata fatta sui social network, facebook in primis.
Democrazia Reale Ora, lo slogan sotto cui tutti questi gruppi si riconoscono, nasce sulla scia dell’esperienza spagnola, con la quale condividono la modalità di partecipazione: assenza di bandiere, rifiuto della violenza, decisioni prese sulla base del voto di piazza.
Banditi inoltre l’uso di alcol e droga.
Si propone di dar vita ad un ampio movimento che possa veicolare proposte concrete ed inerenti la specifica situazione italiana, nate dall’organizzazione e dalla partecipazione della gente comune. Proposte volte al cambiamento di questo sistema sociale, politico ed economico disumanizzante, non democratico e violento.
L’organizzazione è assolutamente assembleare e democratica, tutte le proposte vengono sottoposte alla piazza e votate, chiunque ha diritto di prendere parola ed è nata l’esigenza di costruire commissioni volte ad approfondire tematiche importanti e delicate, come il precariato, il diritto alla casa, la mancanza di una reale rappresentanza politica e di una vera democrazia partecipata, l’applicazione nei conflitti di una metodologia nonviolenta, è stata subito accolta, tanto che alcune commissioni già hanno cominciato a lavorare.
A Roma, dopo vari spostamenti, dopo la “guerra” avvenuta il 15 ottobre, si è deciso di accamparsi nei pressi di Caracalla.
Queste sono le prime foto di questo gruppo di ragazzi in attesa che qualcosa nel mondo cambi.
Le prime di una lunga serie.
[iframe http://www.s4c.it/slides/indignatiroma 100% 800px]Stéphane Hessel scrive: “il mio augurio a tutti voi, a ciascuno di voi, è che abbiate un motivo per indignarvi. E’ fondamentale. Quando qualcosa ci indigna come a me ha indignato il nazismo, allora diventiamo militanti, forti, impegnati. Abbracciamo un’evoluzione storica e il grande corso della storia continua grazie a ciascuno di noi. Ed è un corso orientato verso una maggiore giustizia, una maggiore libertà, ma non la libertà incontrollata della volpe nel pollaio. Questi diritti, promulgati nella Dichiarazione del 1948, sono universali. Se incontrate qualcuno che non ne beneficia abbiatene pietà, aiutatelo a conquistarli”
(testo e foto di Beatrice Lencioni/S4C)
Tutto è iniziato a Plaza Puerta a Madrid.
I ragazzi spagnoli decisero di farsi portavoce tra la gente di un malcontento, di un senso di precarietà e infelicità davanti al quale il popolo spagnolo non poteva più tacere, condiviso nel nostro come in altri paesi. Ecco perché, a fianco degli spagnoli si sono uniti, fin dal primo giorno, molti italiani.
La protesta, ormai cresciuta, è diventata mondiale grazie anche alla diffusione che ne è stata fatta sui social network, facebook in primis.
Democrazia Reale Ora, lo slogan sotto cui tutti questi gruppi si riconoscono, nasce sulla scia dell’esperienza spagnola, con la quale condividono la modalità di partecipazione: assenza di bandiere, rifiuto della violenza, decisioni prese sulla base del voto di piazza.
Banditi inoltre l’uso di alcol e droga.
Si propone di dar vita ad un ampio movimento che possa veicolare proposte concrete ed inerenti la specifica situazione italiana, nate dall’organizzazione e dalla partecipazione della gente comune. Proposte volte al cambiamento di questo sistema sociale, politico ed economico disumanizzante, non democratico e violento.
L’organizzazione è assolutamente assembleare e democratica, tutte le proposte vengono sottoposte alla piazza e votate, chiunque ha diritto di prendere parola ed è nata l’esigenza di costruire commissioni volte ad approfondire tematiche importanti e delicate, come il precariato, il diritto alla casa, la mancanza di una reale rappresentanza politica e di una vera democrazia partecipata, l’applicazione nei conflitti di una metodologia nonviolenta, è stata subito accolta, tanto che alcune commissioni già hanno cominciato a lavorare.
A Roma, dopo vari spostamenti, dopo la “guerra” avvenuta il 15 ottobre, si è deciso di accamparsi nei pressi di Caracalla.
Queste sono le prime foto di questo gruppo di ragazzi in attesa che qualcosa nel mondo cambi.
Le prime di una lunga serie.
[iframe http://www.s4c.it/slides/indignatiroma 100% 800px]
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