Al porto di Palermo ho visto…
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Vorrei raccontare di come vengono accolti gli immigrati che sbarcano al porto di Palermo, in Sicilia.
Ogni volta che navi della guardia costiera italiana o delle varie nazioni europee raccolgono in mare quanti cercano disperatamente di fuggire alle barbarie, alla fame, alla guerra e alla disperazione dei propri paesi, al porto di Palermo si danno appuntamento inderogabile il Sindaco accompagnato dall'assessore alle attività sociali e il Presidente della Consulta delle culture (organismo eletto da residenti a Palermo con passaporto diverso da quello italiano, unico nel panorama mondiale).
All'arrivo dei migranti (in numero spesso superiore a 500 e con centinaia di minori senza famiglia) sono anche presenti il Prefetto, il Questore, l'Arcivescovo e tutte le autorità della città con rappresentanti della sanità e dell'ordine pubblico, della croce rossa e della Caritas.
Il Sindaco saluta con parole di solidarietà quanti sbarcano dalle navi e controlla che ogni immigrato sia trattato con umanità e rispetto e che a ognuno sia garantito un alloggio.
Ho visto il Sindaco parlare con il Prefetto e il Questore per concordare quanto necessario perché l'ordine e la sicurezza siano garantiti, assicurandosi pero' che chi arriva nella sua città non sia accolto ad armi spiegate, ma al contrario a braccia aperte.L'Arcivescovo parla e conforta i nuovi venuti. La Caritas rifocilla, veste e ospita nei propri centri i migranti con l'assistenza di assistenti sociali e mediatori culturali.
Spesso vengono scaricati dalle navi corpi di persone uccise da violenze, dal mare e dagli egoismi di una normativa europea inadeguata.Perché siamo difronte ad un vero e proprio genocidio oggi nelle acque del Nostro Mar Mediterraneo.
Ho visto dirigere, collaborare, lavorare insieme volontari di Emergency, Save the children, Medici senza frontiere. Mai dimenticherò la commozione e la reale partecipazione di questi uomini e donne per il duro destino di quanti continuano a sperare che cambiare sia possibile, che vivere senza paura, né guerra, né violenza sia sempre possibile.
E' questa la gente che decide di rischiare la propria vita per arrivare a casa nostra. E' gente che non ha ancora perso la speranza.
Dalle ore trascorse li' al porto come volontaria sono rimasti impressi degli scatti che mostrano i volti di chi riesce ancora a sorridere e nonostante tutti i dolori e le difficoltà vissute crede in una vita migliore.
Eleonora Orlando
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