Africa, Prima Parte
[Vi parlo un attimo di questa storia; ne vale la pena. Qualche settimana fa, qualcuno pubblica sul gruppo Facebook di S4C una bella foto tratta da un reportage realizzato in Burkina Faso. Leggo il nome ma non mi dice nulla: Francesco Romeo. Bene. Mi piace quando scopro qualche nuovo fotografo ma, tutto sommato, la cosa finisce lì. Poi questo Francesco Romeo mi scrive, ripetutamente, presentandosi. Riceviamo decine di messaggi del genere ogni giorno e non è facile star dietro a tutti ma lui insiste. E fa bene, perché cominciamo a chiacchierare e mi faccio raccontare del suo viaggio e della sua esperienza in Africa un anno prima. Quasi casualmente arriva la fatidica domanda ‘quanti anni hai?’. E lui ’16’…dopo un attimo aggiunge ‘anzi, 15 e mezzo’. Aveva scattato queste foto a 14 anni e mezzo… Mi racconta del collettivo creato con altri coetanei del suo paese e di quanto la fotografia sia importante per lui. Cita Capa, Cartier Bresson, e gli altri grandi. Non ha ancora 16 anni, Francesco Romeo, ma ha già una bella sensibilità. Anche il titolo del suo reportage lascia ben sperare: ‘Africa, Prima Parte’. Ha già voglia di tornare per raccontare la seconda parte. E’ bello imbattersi in energia e creatività fresca e giovane in un momento in cui la bulimia di immagini, soprattutto su Facebook e compagnia bella, appiattiscono lo scenario. Secondo me Francesco….ha capito. Benvenuto in Shoot4Change. Antonio Amendola]
Africa, Prima Parte
testo e foto di Francesco Romeo/S4C
07 Gennaio,data che non scorderò mai. Il giorno in cui partii,per la prima volta in Burkina Faso.
Ma come è nata l’idea di andare in Africa?
Molti mi hanno chiesto e continuano ancora ora a chiedermi,”come mai hai deciso di andare in Africa alla tua giovani età?-Cosa ha cambiato in te?”
L’idea è partita da i miei genitori. Prima lo dicevano per scherzo,tanto per farmi ragionare quando ero a tavola e non volevo mangiare,poi la questione è iniziata a essere più seria. Saranno già due anni che me lo propongono.
Poi,un giorno,parlando del viaggio fatto da mio padre,sempre in Burkina Faso,decisi di buttarmi con l’affermazione-“Questo anno ci voglio andare anche io eh!”
Furono sorpresi di questa mia “uscita”. Ne avevamo parlato seriamente altre volte a tavola,ma mai avevamo preso una decisione.
Naturalmente,ci pensai a lungo!
Insomma,decisi di partire una volta per tutte!
Ma come partii e soprattutto con chi?!
Partii con il Movimento Shalom,associazione alla quale faccio parte ormai da anni e che organizzano viaggi umanitari. Però non potevo partire senza neanche un adulto,perciò,mi portai dietro mio padre,che fu molto contento di accompagnarmi,ma anche molto orgoglioso di me.
Partii con una documentazione sui varii progetti realizzati dal Movimento,mi informai abbastanza. Poi mi feci un breve testo sul Burkina Faso,sulle varie città,sulla popolazione,sulle condizioni ambientali e igieniche,sulla povertà del luogo e sui miglioramenti in questo anno.
Mi feci anche una preparazione,diciamo,a livello psicologico. Sapevo cosa mi aspettava,ma solo in parte,il forte sarebbe arrivato solo sul luogo.
Per fortuna ero già stato in luoghi abbastanza poveri,come la Tunisia,avevo insomma visto solo un po’ di quella che è veramente la miseria e la povertà.
Partii il 07 Gennaio (sabato) e tornai il 19 Gennaio (giovedì), dodici giorni di pieno movimento.
Girammo villaggi,progetti su progetti,vedemmo uomini,donne e bambini lavorare,chiedere qualche soldo,qualche caramella,qualcosa che facesse loro continuare a vivere. Uomini che lavorano in campi,donne e bambini che riducono in ghiaia enormi lastre di pietra,senza alcuna protezione.
Mancanza di ingiene,di protezione, malnutrimento.
Ciò che mi è rimasto più impresso è la povertà,tanta povertà,ma anche tanti sorrisi,tanta voglia di vivere!
Nonostante tutti questi problemi,i bambini ci accoglievano,ci circondavano felicissimi,euforici,al settimo cielo,quasi fossimo dei “divi di hollywood”. Tutto quello che chiedevano era una caramella,una sola e misera caramella.
Una delle realtà più dure e atroci da vedere,fu la cava di Pissy. Cava situata nella capitale del Burkina Faso, Ougadougou. In essa ci lavorano donne,pochi uomini e bambini dai 4 anni in su. Estraggono il ferro ed enormi lastre di pietra,pesanti chili e chili,trasportate sulla testa,frantumate fino alla ghiaia,per il solo scopo edile. Costruire edifici importanti e strade.
Una delle motivazioni per il quale ho deciso di fare questo viaggio è per il fatto che avevo intenzione di realizzare un reportage,o almeno cercare di farne uno decente.
Infatti è da poco più di un anno che fotografo,anzi forse solo un anno,perchè i primi mesi sono stati di studio.
Iniziai a interessarmi alla fotografia quando iniziai la prima liceo e ,grazie a mio padre,adesso AMO la fotografia!
All’inizio fotografavo con una compattina fuji di mio padre,anche lui amante della fotografia. Poi ho iniziato a provare le reflex di alcuni miei amici,che poi mi sono accorto che non la sapevano e nonla sanno tutt’ora usare,ma vabbè,lasciamo stare questi dettagli. Insomma,feci esperienza con le reflex,mi studiai la loro funzione,mi feci un corso in DVD del National Geographic,guardai altri fotografi importanti,come Robert Capa,Henry C.Bresson e alla fine,iniziai a fare pratica con esse. Per tutta l’estate mi sono esercitato scattando fotografie,città,mare,montagna,concerti e eventi.
Il reportage da me realizzato,spero faccia capire abbastanza allo spettatore,la qualità di vita,le tragiche condizioni del Burkina Faso.
Spero vi piaccia!
Francesco Romeo
[iframe http://www.s4c.it/slides/burkinafaso 100% 800px][ Let me introduce you this story. It’s in italian but it’s simple: it’s about an humanitarian trip to Burkina Faso, done by new S4C member Francesco Romeo. But, so far no big news… A few weeks ago, somebody posted a very nice photo from this reportage on S4C Facebook page . It was nicely done, well converted in b&w and so on. The tag name did not ring a bell to me and I was happy, because I love getting know new photographers around. Then, this Francesco Romeo kept writing and writing…asking to join S4C and asked me to have a look at his other photos. I receive this kind of message many many times a day but he insisted… And he did right. Eventually, we started chatting and he told me about his previous year trip to Burkina Faso and how he loved photography, etc. At the end I asked him how old was he. “16”, he said. “What?” I could not believe it. “Actually, I’m 15 and a half and I took those photos when I was 14 years and a half”. Ladies and Gentlemen, I think this young man is talented. A breath of fresh air for us. And the reportage title “Africa, Part One” makes it for an anticipation of a part 2 after his next trip there. I cannot wait. Welcome onboard, Franceso! Antonio Amendola]
Bravo, belle immagini..la terza in modo particolare, ma soprattutto, data l’età, lodevole l’interesse per la fotografia e per la sensibilità verso culture diverse e socialmente in difficoltà.Un esempio per tanti giovani.
Bravo! Che la passione ti porti lontano
….ah !!!! bravo !!!! e così sarei stato ”portato dietro” per fare compagnia….
quante cose s’imparano ,dalle …fotografie…..
Belle.
Molto belle……
Senz’altro tuo padre si mangerà le mani dall’invidia…
In bocca al lupo per il tuo giovane amore per la fotografia.
In bocca al lupo per il tuo giovane amore per l’Africa.
Hai la fortuna di averli scoperti tutti e due da ragazzo…
Hai la fortuna di avere tutta la vita davanti per fare qualcosa di importante per l’una e per l’altra.
Ciao
Stefano
Ringrazio tutti di cuore!
Grazie per i complimenti,grazie per i consigli e grazie a Antonio,che mi ha pubblicato il reportage!
N.B
Per “Papino” : E’ solo inviiidiiaaa!:P Il prossimo anno non ti “porto” in Africa,va bene?…Grazie Papà:)
A questo punto lancio ad entrambi, padre e figlio, una sfida: lo fate INSIEME un reportage? 😉
…un reportage insieme… mmmhhh, beh, perchè no? si potrebbe anche fare,senza fretta naturalmente…ok
Esatto! Non vedo l’ora di trovare una storia,un’argomento che susciti in tutto lo S4C,interesse! Svolgeremo il reportage con tanto entusiasmo e determinazione!
Naturalmente,come ha detto “papino”,senza fretta…(anche se io lo farei subito eh!:P)
Bravissimo, non si discute, ma la miseria che ti salta agli occhi ad ogni momento non ti fa vedere la dignità, la voglia di vivere, la fierezza delle cose ben fatte. Anni fa, mentre bivaccavo nell’oasi di Bilma (Niger), mi si avvicinarono due ragazzini per mostrarmi, tutti pieni di orgoglio, i loro quaderni. Ogni giorno la lezione cominciava con un insegnamento morale. E potrei andare avanti con tanti esempi. Anche questa è Africa, e merita di essere raccontata. Puoi farlo, hai tutti i numeri necessari.
Bravo Francesco,
queste foto sono magnifiche, e sorprendono per il loro “sguardo adulto”.
Purtroppo quando ci si trova in luoghi come questo, si cresce sempre un po’ più veloci, si diventa uomini prima.
Ma tu vedi di restare ragazzo ancora per un po’ e di contribuire con il tuo sguardo giovane a quella che è la realtà Africana.
Ringrazio tutti,di nuovo,di cuore!:-)
Grazie mille!:-)
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