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La Melaza: la diversità a ritmo di candombe

 

[english abstract: La Melaza is a group of women musician in Montevideo, Uruguay, who play candombe music – traditionally played by men – to raise awareness on women and other social rights. 8 friends, on the 8th of March 2005, launched a call through Internet and now they play  every sunday. The play along the streets of Montevideo. And the group is growing…]

La diversità a ritmo di candombe
di Naida Caira

Chico, repique e piano. Dal più acuto al più grave sono i tre tamburi necessari per suonare una base di candombe. Orgogliosamente africano e consapevolmente latino, a Montevideo è una vera istituzione. Bastano tre tamburi per far suonare una strada, perché è in strada e che vive e si consuma. Ci vogliono tre tamburi per intonare un candombe, ma anche spalle robuste per sostenerli e braccia energiche per farli vibrare. Roba da uomini, insomma, o almeno così dicono alcuni.

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C’è ancora chi le prende in giro, infatti, dicendo che suonano sottovoce e che si fa fatica ad ascoltarle. Le ragazze de La Melaza però non ci badano troppo. Tutte le domenica si incontrano nei pressi del Parque Rodò e fanno il giro del quartiere con il loro seguito. Otto anni fa alcune di loro decisero di chiamare a raccolta il maggior numero di musiciste in città per festeggiare l’8 Marzo e da allora il gruppo è diventato un riferimento per tutte le donne che vogliono incontrarsi, suonare, imparare. Sono più di cinquanta tra i 20 e i 60 anni, provengono da tutte le classi sociali, studentesse, insegnanti, avvocati, medici, ciascuna apportando il proprio contributo e la propria storia personale.

La Melaza è la prima e unica comparsa in Uruguay composta da sole donne, che ha sfidato la tradizione di un genere affidato prevalentemente alla comunità afrodiscendente e agli uomini. Studiano e suonano candombe ma non per imitarlo, ne hanno fatto un genere proprio con una sua identità definita anche in termini musicali. Se non potevano suonare alla stessa velocità di un uomo hanno puntato su un ritmo più morbido, ricco di sfumature, dove gli strumenti dialogano tra loro.

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E tutto femminile è anche il modo di gestirsi: molto attive sulla rete, brave a comunicare e cercare coinvolgimento, aperte all’incontro, precise e organizzatissime. Nel tempo, poi, hanno capito che lo stesso entusiasmo che dedicavano alla musica poteva essere usato per veicolare messaggi sociali e per combattere battaglie a difesa dei diritti. Quelli delle donne, prima di tutto, ma in generale lotte sociali contro la discriminazione, di genere, di razza e di condizione sociale. In pochi anni sono diventate un simbolo della rivendicazione e oggi portano il loro messaggio anche fuori da Montevideo, nelle cittadine interne dell’Uruguay, ad esempio, ma sono state invitate anche in Spagna per il carnevale di Cadice del 2012. A differenza delle comparse storiche come Ansina e Cuareim, per lo più afrodiscendenti, sono un gruppo aperto che ha capito che il folclore può rinnovarsi e includere nuovi temi e forme di suonare e, perché no, può parlare dritto al cuore della gente.

 

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Le si può incontrare in una domenica pomeriggio qualsiasi a due passi dalla spiagga Ramirez, danno corsi gratuiti di percussioni e ballo, discutono sulle prossime attività e si organizzano con una logistica perfetta, il tutto prima di iniziare a suonare sul serio. Oppure nelle manifestazioni, quando le chiamano a supportare una causa, in prima linea davanti al palazzo legislativo per l’elezione di una donna, celebrando la recente approvazione del matrimonio egualitario, coloratissime che sfilano nel loro 8 marzo.

La scaletta si ripete sempre uguale come in tutte le comparse: si accende un fuoco, si scalda la lonja e si parte. Passo corto, bacchetta in una mano, si segue lo jefe de cuerda per qualche isolato, poi si ritorna. Nel frattempo si raccoglie tanta gente al seguito, si balla e ci si lascia trascinare.

Naida Caira/S4C

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