Fracture Zone: AfghanistanFracture Zone: Afghanistan

[italiano più sotto]

a reportage of Antonio Amendola

#caboolexpress

“fracture is the separation of an object or material
into two, or more, pieces under the action of stress

A discontinuity that may have a large influence on
the mechanical behavior (strength, deformation, etc.)
of soil and rock masses”

 

(click to see the photogallery)

There are areas of the World, and moments of History, which are real fracture zones.

Afghanistan is one of those.

It’s a place where a huge fracture (which has lasted for centuries) is followed by an incredible  human resistance.

Crumbs of human resistance, sparkles of Life even in the darkest territories and moments. Crumbs that become boulders that roll, thanks to storytelling and become an avalanche of humanity.

It takes courage to live on a Fracture Zone.

These are some of those extraordinary individuals who live and struggle to reshape the future of their Country.

Those who are champions of Women right, creating the first shelter for women vicitms of domestic violence and those who give them free legal support;

those who demine their own Country in order to protect their children from loosing their legs while playing football in the street;

those who struggle to keep operative and efficient provincial Hospital and give free health assistance;

those who teach young girls, giving them a better future trough education; and those who protect those schools;

those who join the Afghan National Army to defend their own Country; and those who teach them how to read and write first…

Those who care about their Country.

Antonio Amendola/S4C

[Thank You to ISAF and US Embassy in Rome, in Kabul and at NATO to facilitate this Project
A big thanks to all personnel at F.O.B. Farah and F.O.B. Shield for making this possible, securing my visits, interviews, photos, etc. ]


 

Linea di faglia: Afghanistan. I volti degli Afghani che stanno cambiando il proprio Paese

(di Antonio Amendola/S4C)

 Ci sono luoghi e momenti della Storia che rappresentano delle linee di faglia, delle zone di rottura: umana, sociale, economica.

L’Afghanistan per gran parte della sua storia è stato uno di questi.

Sono stato recentemente in Afghanistan, con l’ISAF, e ho  avviato un progetto fotografico che racconta i personaggi che vivono lungo queste linee di rottura. A cominciare dagli afghani che, lentamente, stanno ricostruendo il futuro del proprio Paese.

(cliccare per la galleria fotografica)

Ho cercato di scoprire e raccontare delle storie positive. L’Afghanistan è un Paese in guerra. E come tutte le guerre, anche questa è sporca.

Ma è importante rintracciare le briciole di resistenza umana. Che grazie al racconto ed all’effetto moltiplicatore dell’esempio,  sono macigni che, rotolando grazie a quanti li raccontano, diventano valanghe di umanità.

Da Mary Akrami, attivista per i diritti delle donne e fondatrice del primo rifugio per donne vittime di violenze, a Freshna Karimi che fornisce assistenza legale gratuita alle donne che decidono di sovvertire logiche culturali che comprimono i propri diritti.

(cliccare per la galleria fotografica)

Storie di chi (grazie anche alla maggiore sicurezza garantita dal contingente ISAF nella Provincia) insegna in una scuola per bambine nella provincia di Ghor, convincendo le famiglie che una ragazza istruita non è una ragazza ‘senza valore di mercato’; o di chi si addestra per sminare i tanti campi che, ancora oggi, mietono tante vittime innocenti.

(cliccare per la galleria fotografica)

Ma anche storie di giovani soldati afghani che, arruolandosi, chiedono di poter difendere in prima persona il proprio Paese (e pochi sanno che il maggior numero di vittime si riscontra proprio tra i militari afghani) lasciandosi alle spalle situazioni di analfabetismo, povertà, sudditanza culturale nei confronti dei talebani.

 

(cliccare per la galleria fotografica)

 

 Un progetto a lungo termine , il cui prossimo obiettivo sarà quello di raccontare la storia degli ‘insorti’ che accettano la resa e vengono reintegrati nel fragile tessuto sociale afghano.

 Antonio Amendola/S4C

 

(cliccare per la galleria fotografica)

 

 

 

 

 

http://youtu.be/5FLVsjtYdGw[italiano più sotto]

#caboolexpress

“fracture is the separation of an object or material
into two, or more, pieces under the action of stress

A discontinuity that may have a large influence on
the mechanical behavior (strength, deformation, etc.)
of soil and rock masses”

 

(click to see the photogallery)

There are areas of the World, and moments of History, which are real fracture zones.

Afghanistan is one of those.

It’s a place where a huge fracture (which has lasted for centuries) is followed by an incredible  human resistance.

Crumbs of human resistance, sparkles of Life even in the darkest territories and moments. Crumbs that become boulders that roll, thanks to storytelling and become an avalanche of humanity.

It takes courage to live on a Fracture Zone.

These are some of those extraordinary individuals who live and struggle to reshape the future of their Country.

Those who are champions of Women right, creating the first shelter for women vicitms of domestic violence and those who give them free legal support;

those who demine their own Country in order to protect their children from loosing their legs while playing football in the street;

those who struggle to keep operative and efficient provincial Hospital and give free health assistance;

those who teach young girls, giving them a better future trough education; and those who protect those schools;

those who join the Afghan National Army to defend their own Country; and those who teach them how to read and write first…

Those who care about their Country.

Antonio Amendola/S4C

[Thank You to ISAF and US Embassy in Rome, in Kabul and at NATO to facilitate this Project
A big thanks to all personnel at F.O.B. Farah and F.O.B. Shield for making this possible, securing my visits, interviews, photos, etc. ]

 

Linea di faglia: Afghanistan. I volti degli Afghani che stanno cambiando il proprio Paese

(di Antonio Amendola/S4C)

 Ci sono luoghi e momenti della Storia che rappresentano delle linee di faglia, delle zone di rottura: umana, sociale, economica.

L’Afghanistan per gran parte della sua storia è stato uno di questi.

Sono stato recentemente in Afghanistan, con l’ISAF, e ho  avviato un progetto fotografico che racconta i personaggi che vivono lungo queste linee di rottura. A cominciare dagli afghani che, lentamente, stanno ricostruendo il futuro del proprio Paese.

(cliccare per la galleria fotografica)

Ho cercato di scoprire e raccontare delle storie positive. L’Afghanistan è un Paese in guerra. E come tutte le guerre, anche questa è sporca.

Ma è importante rintracciare le briciole di resistenza umana. Che grazie al racconto ed all’effetto moltiplicatore dell’esempio,  sono macigni che, rotolando grazie a quanti li raccontano, diventano valanghe di umanità.

Da Mary Akrami, attivista per i diritti delle donne e fondatrice del primo rifugio per donne vittime di violenze, a Freshna Karimi che fornisce assistenza legale gratuita alle donne che decidono di sovvertire logiche culturali che comprimono i propri diritti.

(cliccare per la galleria fotografica)

Storie di chi (grazie anche alla maggiore sicurezza garantita dal contingente ISAF nella Provincia) insegna in una scuola per bambine nella provincia di Ghor, convincendo le famiglie che una ragazza istruita non è una ragazza ‘senza valore di mercato’; o di chi si addestra per sminare i tanti campi che, ancora oggi, mietono tante vittime innocenti.

(cliccare per la galleria fotografica)

Ma anche storie di giovani soldati afghani che, arruolandosi, chiedono di poter difendere in prima persona il proprio Paese (e pochi sanno che il maggior numero di vittime si riscontra proprio tra i militari afghani) lasciandosi alle spalle situazioni di analfabetismo, povertà, sudditanza culturale nei confronti dei talebani.

 

(cliccare per la galleria fotografica)

 

 Un progetto a lungo termine , il cui prossimo obiettivo sarà quello di raccontare la storia degli ‘insorti’ che accettano la resa e vengono reintegrati nel fragile tessuto sociale afghano.

 Antonio Amendola/S4C

 

(cliccare per la galleria fotografica)

 

 

 

 

 

http://youtu.be/5FLVsjtYdGw




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