Genius Loci
(testo e foto*: Giorgio Cacciatori /S4C)
Genius loci: Nel tempo moderno, genius loci è divenuta un’espressione adottata in architettura per individuare un approccio fenomenologico allo studio dell’ambiente, interazione di luogo e identità. Con la locuzione di genius loci si intende individuare l’insieme delle caratteristiche socio-culturali, architettoniche, di linguaggio, di abitudini che caratterizzano un luogo, un ambiente, una città. Un termine quindi trasversale, che riguarda le caratteristiche proprie di un ambiente interlacciate con l’uomo e le abitudini con cui vive questo ambiente. Suole indicare il “carattere” di un luogo.
Lomè, la capitale delle stato africano del Togo; camminando per le vie della città noto che le case dei togolesi hanno la porta d’entrata sempre aperte come a dare una sorta di benvenuto, un segno di ospitalità e di apertura verso l’esterno.
Nei cortili delle abitazioni si intravede lo svolgere delle più svariate attività, dallo stendere in panni, a preparare il pranzo, a chiacchierare amichevolmente coi vicini di casa. I cortili fanno parte di uno spazio comune molto importante che, solitamente, è più arredato dell’interno della casa la quale, molte volte, contiene solo il materasso.
Basta spostarsi 5 metri da queste micro comunità per trovarci davanti a un “castello” protetto dalle sue alte mura e dalla porta di ingresso sbarrata con lo scopo di proteggere l’intimità e i beni di chi lo abita. Sono le case degli yovò (uomini bianchi).
Il dittico ha lo scopo di mettere a diretto confronto il rapporto che vi è tra cultura e tradizioni delle due tipologie di “abitanti” presi in analisi, in relazione allo spazio in cui vivono. La mia decisione di mettere un membro dell’abitazione davanti al proprio portone di casa è data dall’intenzione di sottolineare il discorso dell’ospitalità togolese per altro vero e genuino.
Giorgio Cacciatori
*In concorso per il premio della Apulia Academy
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