La foglia di coca non è cocaina / COCA LEAVES ARE NOT COCAINE

La foglia di coca non è cocaina

(reportage di Federico Tovoli)

[ENGLISH EXCERPT: From Wikipedia. Coca (Erythroxylum coca) is a plant in the family Erythroxylaceae, native to north-western South America. The plant plays a significant role in traditional Andean culture. Coca is best known throughout the world because of its alkaloids, which include cocaine, a powerful stimulant.

This reportage of Federico Tovoli is about the economic and social aspects involved in the Coca leaves industry in Bolivia. And everything related to the prejudices that cope those leaves with the cocaine in the public domain. Coca leaves are not cocaine]

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Testo e foto di Federico Tovoli:

La foglia di coca è parte fondamentale della cultura andina, da sempre è utilizzata dalla gente dell’altipiano per usi nutrizionali, medici e magici. Il suo utilizzo nella fabbricazione della cocaina, però, l’ha resa erba cattiva, foglia demonizzata, sostanza illegale  in quasi tutto il resto del mondo è oggetto di discordie in Bolivia, uno dei maggiori produttori.

In questo paese in moltissimi vivono della produzione di foglie di coca, nelle Yungas , regione boschiva ai piedi dell’altipiano di La Paz, da sempre si produce coca per usi tradizionali, col Chapare (nella regione di Cochabamba) è l’unico territorio dove è legalizzata la coltivazione. La coca delle Yungas viene venduta al mercato di Villa Fatima, unico ingrosso legalizzato dove solo gli autorizzati possono effettuare la compravendita. Il consumo tradizionale principale è quello della masticazione, lasciar macerare lentamente  in bocca una manciata di foglie di coca (operazione chiamata  “akulliku” dall’epoca precolombiana) da al corpo un’energia per affrontare sonno e fame, ma soprattutto per combattere il “soroche”, mal di montagna dovuto all’aria rarefatta caratteristica dell’altipiano; in questo caso la foglia di coca fa da cardiotonico.

Col motto “ La foglia di coca non è cocaina” un grande movimento di persone sta operando per l’industrializzazione e la depenalizzazione internazionale di questa le cui virtù salutari e terapeutiche potrebbero essere utilizzate nel mercato farmaceutico ed alimentare globale. Con la presenza alla dirigenza del paese di Evo Morales , ex sindacalista dei cocalero, e del Movimento al Socialismo questa battaglia s’è fatta più incisiva.

FT

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Chi è Federico Tovoli

Livornese, classe1963, in fotografia professionale dal 1984, da sempre viaggiatore, si occupa di fotoreportage di viaggio dal 1990, ha pubbicato sulle maggiori riviste italiane e su alcune importanti spagnole e  tedesche.

Dal 2004 i soggetti dei suoi reportage, dal puro turismo, sono diventati più sociali, scientifici, più “geografici”. Dopo quattro anni di collaborazione con l’Agenzia fotografica fiorentina Nazca Pictures adesso è rappresentato dall’agenzia fotografica madrilena Contacto e collabora in Italia con l’agenzia Fotoup. Continua a produrre fotoreportages vicini e lontani, brevi e lunghi, negli ultimi anni ha lavorato moltissimo in Sudamerica e ultimamente ha iniziato un ampio reportage sul progetto Libera : associazione nomi e  numeri contro le mafie. Dal 2000 affianca all’attività di fotogiornalista quella di docente di fotografia.

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Se mi si chiede cos’è per me fotografare, rischiando di esser banale, penso di aderire in pieno a quella sintesi che

scrisse  a mano il padre del fotogiornalismo moderno: Henri Cartier Bresson.

“Metter sulla stessa mira occhi testa e cuore”

La maestria nell’adoperare la fotocamera mescolato con  lo sguardo coinvolto nella storia aggiunti ad un progetto chiaro possono aiutare la sintesi di cui sopra.

Se il raccontare storie per immagini può avere un senso sociale  è quello di dar voce, o meglio di dare visibilità a chi non ce l’ha.

Oggi più che mai, in un villaggio globale dove le notizie sono selezionate in base all’audience, alle inserzioni pubblicitarie, agli interessi dei gruppi editoriali[1]. In un panorama nazonale dove regna la futilità è ancora più il caso di raccontare un sommerso talvolta scomodo.


[1] Basti pensare alla strage di contadini nel Pando (Bolivia) a Settembre 2008. Presi a fucilate in manifestazione da parte degli “scagnozzi” del prefetto (equivalente del presidente di Regione) oppositore di Evo Morales e asservito agli interessi delle multinazionali che col nuovo corso latinoamericano ci stanno rimettendo. Il prefetto venne arrestato, a Santiago del Chile ci fu una riunione d’urgenza di tutti i presidenti sudamericani per far quadrato intorno a Morales, c’era perfino il colombiano Uribe, l’unico apertamente di destra….non c’è stata una riga né sull’ANSA né sulla EFE, suppongo in nessun altra agenzia europea. Già, in Europa dove un Chavez che governa coi partiti d’opposizione presenti in parlamento, ammette di aver perso un referendum, passa da dittatore….

Vive fra Portoferraio (dove risiede) Livorno e il resto del mondo.

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