Welcome to Gaza Convoy 2013
[testo e foto di Annamaria Bruni/S4C]
La prima volta che Harry Fear , famoso attivista e documentary maker inglese, ha pensato al convoglio è stato nel giugno 2012, mentre si trovava a Gaza.
La sua idea era quella di formare una delegazione internazionale che avesse come scopo la creazione e la distribuzione di materiale mediatico mirato alla divulgazione della reale situazione nella Striscia di Gaza.
Harry è uno dei pochi attivisti internazionali che durante l’ultima guerra israelo-palestinese ( novembre 2012 ) ha documentato attraverso un live stream le atrocità di uno dei conflitti più famosi e senza fine del medio oriente.
Ha raggiunto una notevole popolarità attraverso il web, tramite il suo canale un numero sempre maggiore di persone veniva a conoscenza di ciò che succedeva in tempo reale.
Proprio in quel periodo Harry Fear ha capito che non esisteva un’informazione adeguata e obiettiva riguardo alla situazione di Gaza, ed ha quindi pensato di realizzare un team di professionisti ed attivisti che potessero colmare questa lacuna.
I partecipanti al convoglio sono provenienti da tutto il mondo, ben sedici paesi diversi: Francia, America, Cina, Italia, Macedonia, Inghilterra, Irlanda, Malesia, solo per nominarne alcuni.
Il convoglio è principalmente composto da giornalisti , fotografi, registi, studenti, attivisti e psicologi specializzati nel trattamento di traumi mentali.
Alcuni partecipanti sono palestinesi, appartenenti a famiglie sfollate da Israele nel 1948.
Questa è stata infatti una ottima occasione per riportare in Palestina i figli degli immigrati della Nabka, ed è stata la prima volta che hanno potuto vedere la terra dei loro genitori e dei loro nonni.
Il convoglio ha attraversato le zone più pericolose del territorio, tra le più complesse e pericolose: in mare con i pescatori per documentare il divieto di navigare oltre le sei miglia imposto da Israele, nelle buffer zone per raccogliere le testimonianze dei contadini che ogni giorno convivono con la paura di essere sparati, nei campi rifugiati e nelle zone limitrofe.
I partecipanti al progetto hanno filmato e fotografato senza sosta tutto il territorio, realizzando numerose interviste, e tutto il materiale prodotto durante il convoglio verrà poi divulgato attraverso blog, social network, siti web, canali digitali.
Il convoglio è stato un successo per Harry Fear, lo testimoniano le centinaia di richieste di partecipazione provenienti da tutto il globo. Tale è stato l’entusiasmo sbocciato attorno al progetto da rendere l’evento un appuntamento annuale.
L’obiettivo è univoco: dare forza e voce a un popolo che lotta per la libertà da più di 65 anni.
Annamaria Bruni/S4C
(fotografa e rappresentante italiana per WELCOME TO GAZA CONVOY 2013)
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